“RIDURRE I RIFIUTI IMPERATIVO CATEGORICO”

Le immagini viste in tutta Italia e provenienti dalla Campania ci dovrebbero preoccupare visto che secondo la Regione Siciliana la capacità residua delle discariche in provincia di Ragusa è di appena un anno. Considerato che la costruzione di una nuova discarica richiede tempi non brevi è indispensabile ridurre i rifiuti da portare in discarica. Questa riduzione è possibile solo trasformando il servizio di raccolta da stradale a porta a porta spinto, almeno al 50% di RD. A tal proposito è apprezzabile lo sforzo dell’ATO di bandire una gara unica per il servizio integrato di raccolta differenziata porta a porta per otto comuni. Purtroppo da questo elenco manca il comune di Ragusa che produce quasi un quarto dei rifiuti prodotti in provincia. Infatti il comune di Ragusa sembra abbia già deciso, attraverso un proprio autonomo bando di gara, di scartare la RD spinta porta a porta su tutto il territorio comunale e ricalcare l’esperienza passata che si è dimostrata del tutto inadeguata a risolvere i problemi di gestione dei rifiuti, visto che la stragrande maggioranza finiscono ancora in discarica. Infatti non ha mai superato la soglia del 15% di RD e addirittura nel 2010, rispetto all’anno precedente, ha visto calare la raccolta differenziata degli imballaggi del 20% circa; raffrontata agli ultimi 4 mesi il calo arriva addirittura a sfiorare il 40%. Ed è probabile che tale riduzione interessi anche la frazione umida. Se il comune di Ragusa si fosse associato agli altri otto comuni forse il futuro sarebbe più roseo.

Ma non l’ha fatto, con una decisione che lascia sorpresi in quanto toccherebbe all’ATO preparare il bando di gara. Sorprende anche il fatto che lo stesso comune un anno fa si era dichiarato incapace di predisporre la documentazione per la gara, ed aveva chiesto all’ATO di farlo al suo posto. Ma l’ATO aveva risposto negativamente. A seguito di questa situazione il comune di Ragusa, ai sensi dell’art. 191 del D.lgs 152/2006, aveva dovuto richiedere una prima proroga di sei mesi al contratto d’appalto in scadenza a marzo 2010. La cosa più strana è però che nel 2007 il comune di Ragusa aveva preteso dall’ATO, ed ottenuto, di preparare da sé la propria gara di appalto dimostrando di avere capacità tecniche e progettuali. E’ passato un anno da quella risposta negativa, e il comune di Ragusa non è ancora andato in gara pur avendo tutto pronto da mesi. Nel frattempo, a fine settembre 2010, è stata concessa una seconda proroga di ulteriori sei mesi, questa volta del tutto illegittima, in quanto l’art. 191 si applica, solo “qualora si verifichino situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente”, e non sembra che siano intervenute situazioni così eccezionali ed urgenti negli ultimi 10 mesi tali da impedire la preparazione del bando di gara e la conseguente pubblicazione.

L’ATO o il comune di Ragusa avrebbero avuto tutto il tempo, a partire da dicembre 2009, di predisporre gli atti per la gara e non arrivare ad una seconda proroga. Il rischio ora è che ci sia bisogno di una terza proroga perché è probabile che il 31 marzo 2011 non si sarà espletata una nuova gara. Così una gara di due anni si sarà trasformata in una di tre anni e mezzo con tanti saluti alla libera concorrenza. Si è sicuramente creata una situazione a dir poco anomala con l’ATO che è in grado di preparare le gare per 10 dei dodici comuni della provincia, ma non per il comune di Ragusa. Così come è strano che l’incarico affidato dall’ATO per preparare le gare di Modica e Vittoria sia quasi contemporaneo al rifiuto opposto, sempre da parte dell’ATO, alla richiesta fatta dal comune di Ragusa. Come si è affidato all’esterno l’incarico per Modica e Vittoria, così lo si poteva fare per Ragusa. Alla luce di quanto esposto, per rimediare agli errori fatti, si chiede all’ATO, così come fatto nei confronti del comune di Modica, di diffidare il comune di Ragusa a procedere con il bando di gara attuale simile a quello esistente, ed invitarlo ad apportare immediatamente modifiche nel senso dell’estensione della raccolta porta a porta all’intero territorio comunale. (r.b.)

 

 

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