Reddito di cittadinanza, l’impresa di trovare un lavoro a 5mila ragusani

Ogni mattina, un navigator sa che deve correre e fare i salti mortali per trovare un lavoro a uno dei percettori del reddito di cittadinanza. Ogni mattina, a molti percettori del reddito di cittadinanza non importa proprio nulla di trovare un’occupazione, perché comunque il loro assegno è (quasi) garantito per 18 mesi. Il nostro racconto su uno dei paradossi dell’attuale gestione di una misura fortemente voluta dal Governo Conte I, sponda M5s, inizia dall’analogia del racconto del leone e della gazzella nella savana africana. In terra ragusana non ci sono distese piene di belve feroci, ma trovare un’occupazione a coloro che hanno una vita precaria e scolarizzazione medio-bassa diventa sempre più difficile.
L’attuale momento non aiuta. Tuttavia diverse persone, come vedremo, la volontà di uscire fuori da questa situazione non la dimostrano proprio.

 

 

Riassunto sull’argomento: un decreto-legge del gennaio 2019 stabilisce che chi è momentaneamente in difficoltà, il reddito di cittadinanza lo aiuta a formarsi e a trovare lavoro permettendogli così di integrare il reddito della sua famiglia. Il reddito di cittadinanza ha inoltre l’obiettivo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, aumentare l’occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze. Per richiederlo occorre avere, tra l’altro, un Isee (Indicatore di situazione economica equivalente) inferiore a 9.360 euro l’anno, un patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa non superiore a 30mila euro, un patrimonio finanziario non superiore a 6mila euro e un reddito familiare inferiore ai 6mila euro moltiplicato per la scala di equivalenza. Conteggi che è bene affidare a patronati o commercialisti.
In provincia di Ragusa, sono circa 5mila le persone con il reddito di cittadinanza. Sono in possesso di una carta sulla quale ogni mese l’Inps eroga un assegno, attraverso Poste italiane, di importo variabile, fino a un massimo di 980 euro. Il reddito di cittadinanza può essere ricevuto anche in presenza della Naspi, l’assegno di disoccupazione per intenderci.

 

Per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro sono stati assunti dei tutor, detti navigator. Sono laureati con una votazione minima di 107/110, che hanno superato una dura selezione. Nel ragusano sono 21, in tutta la Sicilia 429, nel frattempo scesi a circa 400 perché una ventina di essi ha preferito cambiare lavoro. Complessivamente, in Italia oggi sono meno di 2.700. Hanno uno stipendio mensile di circa 1.300 euro netti, oltre a 300 euro di rimborso spese e cellulare aziendale. Uno stereotipo vuole che siano degli scansafatiche. Non è vero. Lavorano eccome, solo che manca la materia prima: i posti su cui piazzare tanti bisognosi.
Le cifre: in Italia hanno finora trovato un posto di lavoro, molto più a tempo determinato che indeterminato, 352mila persone con reddito di cittadinanza su una platea di 3,4 milioni. Meno del 10,5%.
In provincia di Ragusa? Fin qui è andata peggio: circa 300 posti sui 5mila aventi diritto, pari al 6%. A rivelare questa cifra è Giuseppe Battaglia, responsabile di Anpal Servizi, l’agenzia pubblica a cui fanno capo i navigator, e coordinatore degli stessi nel sud-est siciliano.

 

“Il periodo Covid purtroppo non favorisce domanda e offerta, eppure nel periodo marzo-maggio sono stati attivati 184 posizioni – spiega Battaglia a ragusaoggi.it -. Si tratta di lavori compresi fra due e sei mesi, a seconda delle richieste delle aziende. I navigator hanno un portafoglio di circa 1.300 aziende che seguono costantemente, una sorta di “porta a porta” eseguito da mattina a sera per fare emergere eventuali posizioni lavorative, in stretto collegamento con il Centro per l’impiego.”

 

 

Assumere una persona con reddito di cittadinanza comporta vantaggi per chi assume: dall’esonero contributivo nei limiti dell’importo mensile percepito dal lavoratore al credito d’imposta. Il problema è che domanda e offerta spesso non riescono a incontrarsi per il basso livello di scolarizzazione e professionalità inseriti nel curriculum di tanti assegnatari di cittadinanza. Per cercare di sopperire a queste mancanze, è stato previsto un programma che consente a chi tra loro non ha ancora adempiuto agli obblighi scolastici di conseguire la licenza media o i primi due anni della secondaria di II grado. Chi non frequenta va incontro a sanzioni: dalla sospensione temporanea a quella definitiva del reddito. Anche qui non mancano le sorprese.

(Continua)

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