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Ragusani “formiche”: hanno 7 miliardi e 300 milioni di risparmi in banca
20 Dic 2025 09:01
Come ogni fine anno, è tempo di bilanci economici per tutti: dalle imprese alle famiglie. Due giorni fa, la rivista Forbes ha stilato la classifica dei miliardari italiani che quest’anno sono diventati 79. Al primo posto c’è ancora “mister Nutella”. Giovanni Ferrero, presidente e primo azionista dell’omonimo gruppo che produce la crema spalmabile alla nocciola più famosa del mondo, ha un patrimonio stimato in 41,3 miliardi di dollari. Al secondo posto Andrea Pignataro, socio di maggioranza del marchio Macron e ideatore dei software finanziari Ion, con 36,9 miliardi. Al terzo posto Giancarlo Devasini, patron di Tether, società emittente della più diffusa stablecoin (criptovaluta), con un patrimonio di 22,4 miliardi. Nell’insieme, il patrimonio complessivo dei 79 Paperoni italiani ammonta a 357,2 miliardi, in crescita del 5% rispetto ad aprile e del 65% rispetto alla classifica del 2023. I ricchi diventano sempre più ricchi, in un mondo dove i salari della gente comune fanno fatica a stare a galla rispetto all’inflazione registrata negli ultimi anni.
Eppure il risparmio degli italiani cresce. Un rapporto di Unimpresa, che ha elaborato dati della Banca d’Italia, registra una crescita di liquidità del 4,5%, pari a 60 miliardi, nel periodo 2024-2025.
Il quadro di maggiore stabilità per famiglie e imprese, almeno nei numeri complessivi, coinvolge anche Ragusa. Secondo l’ultimo bollettino della Banca d’Italia sull’economia della Sicilia, Ragusa ha nettamente sfondato il tetto dei 7 miliardi di risparmi bancari, sfiorato un anno prima. A fine giugno scorso, i depositi negli sportelli bancari iblei erano di 5 miliardi e 530 milioni di euro (+3% in un anno), mentre i titoli a custodia (fondi comuni di investimento, titoli di Stato, eccetera) erano di 1 miliardo e 770 milioni di euro (+12,2%).
Non tutti sanno o possono risparmiare. Una buona fetta di famiglie, circa la metà, arriva a stento a fine mese. Ragusa è agli ultimi posti in Italia per redditi da lavoro, un dato che risente delle difformità nel settore privato. E infatti sono in aumento anche i prestiti, che un anno fa erano in discesa: 4 miliardi e 178 milioni (+1,5%, percentuale maggiore registrata in Sicilia).
Le banche sanno che la provincia di Ragusa rimane comunque un mercato molto interessante. Non è un caso che la terra iblea è tra le meno colpite dal fenomeno della “desertificazione bancaria”, ovvero la chiusura di sportelli bancari in tutt’Italia. Nell’Isola, secondo uno studio della First-Cisl, il 39% dei comuni (151 su 391) è privo di banche. Se andate a Solarino, ad Aci Sant’Antonio, a Valverde, a Santa Maria di Licodia, non troverete neanche una banca. Nei primi nove mesi dell’anno, in Sicilia sono scomparsi 268 agenzie. In questo contesto, Ragusa è la provincia con la minore diffusione di comuni senza sportelli bancari. Fatevi due conti, qualcosa significherà.
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