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Ragusa: il manifesto della discordia, che non piace al sindaco. Il consigliere Gurrieri chiede controlli da parte del Comune
19 Feb 2020 13:47
Dopo il manifesto “Me la dai”, arriva un altro cartellone della discordia a Ragusa. Questa volta, la frase incriminata è: “Vienimi dietro, sono elettrica”, con a fianco una bella donna con in mostra un procace lato B.
Il sindaco Peppe Cassì in merito alla segnalazione del cartellone in questione e che è stato affisso in città ha dichiarato di aver inviato una segnalazione all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria: “Affinché adotti tutti i provvedimenti di propria competenza. L’Istituto ha infatti sottoscritto un Codice di autodisciplina che consente di bloccare e far ritirare le campagne sessiste o offensive a un apposito organo giudicante, il Giurì della pubblicità.
Al tempo stesso stiamo procedendo con una diffida per l’agenzia pubblicitaria. Essendo però convinto che l’obiettivo di chi ha predisposto il manifesto fosse proprio quella di creare clamore, eviterò ogni ulteriore commento”.
Anche il consigliere del M5 Stelle a Ragusa, Giovanni Gurrieri, ha segnalato la questione: “Non riteniamo neppure che si tratti di falso perbenismo – continua Gurrieri – o di moralismo. Diciamo soltanto che è cattivo gusto, che non c’è nessuna rivoluzione sul piano comunicativo da centrare con un cartellone del genere e che, piuttosto, giocando sull’equivoco e sulle immagini, oltre che sulla frase a effetto, si ha una cattiva sensazione, come di qualcosa che sia completamente sbagliato”.
“Ci rivolgiamo al sindaco – continua Gurrieri – perché valuti quali sono le strade migliori per coprire i cartelloni di questa campagna pubblicitaria che fa letteralmente sensazione per come non ha saputo centrare i contenuti. Magari ci diranno che abbiamo capito male noi, che siamo malpensanti. Certo, siamo nell’era della comunicazione e della pubblicità tout-court. E ci sta anche che alcuni messaggi possano essere borderline. Così come accaduto in alcune circostanze quando a veicolare messaggi impattanti erano le case di moda importanti.
Possiamo, però, controbattere solo una cosa: e cioè che quando ci siamo trovati dinanzi a questo cartellone, abbiamo avuto l’impressione di qualcosa che non andava, di qualcosa fatta male. Valuti dunque il Comune, a cui giriamo questa segnalazione, se tutto va bene oppure se vale la pena di intervenire nella maniera più opportuna”.
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