Ragusa e l’acqua a singhiozzo. L’amministrazione corre ai ripari

Il cambiamento climatico che causa, tra l’altro, siccità e riduzione dei pozzi da cui attingere. Poi l’espansione edilizia, le condotte obsolete, l’inquinamento. Ragusa ha sete, una condizione mai sofferta nel passato remoto, ma che da qualche tempo interessa sempre più zone della città. La penuria d’acqua sarà ancora una costante almeno fino alla prossima primavera, quando i lavori approntati dall’amministrazione comunale dovrebbero centrare l’obiettivo. “Ma si tratta di interventi che dovevano essere eseguiti dieci anni fa” dice a Ragusaoggi.it l’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Giuffrida.


Addirittura dieci anni. Per quale motivo?
“Il nodo principale è l’espansione nell’area di Bruscè. Qui si sono insediate molte famiglie provenienti da altri quartieri e altre città, ma l’attuale condotta idrica secondaria non consente di pompare acqua a sufficienza. Quando sono emersi a galla i problemi di approvvigionamento, l’amministrazione Piccitto pensò di cambiare soltanto la condotta principale. Così facendo, però, è stata fornita anche maggiore pressione alla condotta secondaria i cui tubi non hanno la capacità di resistere a tale forza. Le conseguenze sono rotture e dispersioni che, nei fatti, interrompono il flusso di acqua pubblica nelle ore in cui serve. Spesso a Bruscè (zona che va dal Selvaggio fin quasi a Pianetti, ndr) l’acqua arriva quando gli altri quartieri ne hanno terminato il consumo.”


Come pensate di risolvere la sgradita situazione?
“Nell’immediatezza attingendo acqua dal punto presa dell’Area industriale, con l’obiettivo di portarla fino alla grande cisterna del PalaMinardi. In questo modo avremo la disponibilità di 50 litri in più al secondo proprio per quell’ampia zona.”
Altri quartieri, però, soffrono identico problema.
“Abbiamo dato il via a uno studio specifico per sopperire ai disservizi idrici di tutta la città. Per esempio, il mese prossimo partiranno i lavori per ridurre la pressione in alcune aree di Ibla dove non serve l’attuale flusso di acqua, evitando nel contempo inutili dispersioni.”
Quanto costeranno, alla fine, questi lavori?


“Compreso lo studio, circa 700mila euro. Lo studio è necessario per capire quale sarà il fabbisogno futuro di acqua in una città che dagli anni Ottanta del secolo scorso ha subìto notevoli modifiche. Sono sorti nuovi quartieri, altri sono meno antropizzati rispetto a 40 anni fa. Anche le sorgenti forniscono meno acqua a causa dei cambiamenti climatici, una non è più utilizzabile dal 2018 perché inquinata. Per fortuna, Marina viene servita da un’altra sorgente. Gli interventi vanno pianificati sul lungo periodo senza inutili rattoppi.”
Quando pensate di alleviare i problemi?
“In aprile speriamo di avere ultimato i lavori di collegamento con il punto Asi e con essi Bruscé sarà servita a dovere. Il resto della città, pertanto, avrà maggiore disponibilità di acqua e, dunque, dovrebbe tornare la normalità che i ragusani conoscono.”

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