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Decessi, caso nel ragusano: il numero è quasi uguale al biennio di pandemia. 50-54 anni la fascia a rischio
06 Mag 2024 10:00
Nel 2023, in provincia di Ragusa il numero dei decessi è stato simile a quello registrato durante la pandemia. Il dato si legge fra le colonne e i numeri contenuti nell’ultimo aggiornamento Istat sulle morti che, con l’ausilio di grafici, confronta i due anni della pandemia con il 2019 e il 2023, il prima e il dopo. Soprattutto nel dopo, la differenza tra il numero dei decessi del biennio 2020-2021 non è così marcata come negli altri otto territori dell’Isola. In sintesi: da noi, nel 2023 si è continuato a morire in percentuale maggiore che nelle altre province siciliane.
Il confronto
Mentre la differenza percentuale fra i decessi del 2021 e del 2023 in Italia è stata del 6,8% (-48.435) e in Sicilia dell’8,8% (-3.114), nel ragusano è stata del 4,1%. Espresso in numeri: nel 2021, nei dodici comuni iblei sono morte (per varie cause) 3.457 persone; nel 2023 i decessi registrati sono stati 3.315 (“appena” -142).
In altre province il distacco fra l’infausto biennio e il primo anno post Covid invece è stato più netto. Caltanissetta ha fatto registrare il -16,5% di decessi, Agrigento il -12, Enna -11,9, Siracusa -11,1. Per trovare quella più vicina al dato ragusano, occorre andare a Trapani: -7%.
Perché?
Difficile dare una risposta certa, servirebbero ulteriori approfondimenti. Sembra tutta inutile dare colpa ai vaccini, vista l’evidente disomogeneità delle percentuali. Potrebbe essere l’esatto contrario: negli anni del Covid, da noi ci sarebbero stati meno morti rispetto alle altre zone. Quest’ultima ipotesi sarebbe avallata da un altro confronto: la media dei decessi del quinquennio 2015-2019 con il numero dei morti nel primo anno della Pandemia, il 2020. Quell’anno, nel ragusano vi furono 3.418 decessi (+6,9%) contro i 3.196 in media registrati fra il 2015-2019. Sempre in percentuale, nelle province di Enna, Palermo e Siracusa i decessi furono nettamente di più.
Altre cause andrebbero invece ricercate sulla mancata prevenzione e cura delle patologie, per il mancato o ritardato accesso in ospedali e ambulatori.
I mesi neri
Interrogando i grafici, si possono scorgere i mesi in cui si è morto di più nei dodici comuni. Nel 2021, a Ragusa è stato agosto il mese più luttuoso, così come a Vittoria, Ispica, Scicli. Aprile nefasto a Modica, Comiso, Monterosso Almo e Santa Croce Camerina. Picco di decessi a marzo ad Acate, maggio a Pozzallo, giugno a Giarratana, luglio a Chiaramonte Gulfi.
Senza Covid (o quasi), lo scorso anno il numero maggiore di decessi ha spaziato da gennaio a Ragusa, Giarratana, Monterosso, Scicli, a dicembre (Acate), passando per febbraio (Modica e Comiso), giugno (Pozzallo), luglio (Vittoria, Ispica, Santa Croce) e agosto (Chiaramonte).
Le fasce di età più a rischio
Nel sud est siciliano, se l’età compresa fra gli 85 e i 89 anni è comprensibilmente la fascia in cui si registrano i maggiori decessi, spicca anche il dato dei decessi fra i 50 e i 54 anni.
Le regioni più colpite
Come hanno narrato le cronache che ancora sono bene impresse nella memoria, la Lombardia è stata la regione dove il Covid ha colpito di più (+36,6% di decessi nel 2020 rispetto alla media 2015-2019). Seguono il Trentino-Alto Adige (+26,6%), la Valle d’Aosta (+24,8%), il Piemonte (+22,9%), l’Emilia-Romagna (+17,2%).
L’aspettativa di vita
Nei giorni scorsi, sono stati diramati da Eurostat i dati preliminari di vita 2023 nell’UE. Rispetto al 2022 si segnala un aumento di 9 mesi rispetto al 2022 e di 2 mesi rispetto al 2019. Con 83 anni e 8 mesi, l’Italia è seconda dopo la Spagna (84) e davanti a Malta (83 anni e 6 mesi). L’aspettativa di vita più bassa è in Bulgaria (75 anni e 8 mesi), Lettonia (75 anni e 9 mesi) e Romania (76 anni e 6 mesi).
Se la media sostiene tali cifre, in Italia la componente socio-economica, gli stili di vita e il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale influenzano la buona salute degli anziani. Infatti le regioni dove c’è un’aspettativa di vita più bassa sono Calabria, Sicilia e Campania, quest’ultima sotto gli 81 anni.
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