Peppe Ottaviano vittima di omicidio: prime risposte dall’autopsia. Lunedì i funerali. L’ultimo saluto nella chiesa di San Bartolomeo a Scicli

Due parole, morte violenta, per dire che il giovane ha perso la vita per mano di terzi. Ipotesi di omicidio, quindi. Da capire solo se chi ha agito lo ha fatto fuori dall’abitazione di famiglia, sita in via Manenti nel centro storico della città, o se ha sferrato i propri colpi, poi risultati mortali, fuori casa, sulla pubblica via. Da una settimana i carabinieri lavorano no stop per fare chiarezza su questo grave episodio di sangue che ha suscitato tanto dolore in città. Un primo step è quello dell’esame autoptico eseguito dal medico legale, Giuseppe Algieri, lo stesso professionista che per ben tre volte ha visto il corpo di Peppe Ottaviano: lo ha fatto domenica notte subito dopo la scoperta del corpo senza vita del giovane, lo ha fatto nel pomeriggio di lunedì quando la casa di via Manenti, dopo essere stata posta sotto sequestro dai carabinieri, è stata riaperta per dare spazio ai militari del Ris di Messina giunti a Scicli proprio nel pomeriggio di lunedì scorso. Ed in ultimo, il dottor Giuseppe Algieri ha curato l’esame autoptico eseguito nell’obitorio dell’ospedale Maggiore-Nino Baglieri di Modica dove il cadavere è rimasto in sosta in queste ore prima del trasferimento a Scicli per le esequie funebri.

Le prime risultanze dell’esame autoptico.

A rendere ufficiali gli esiti sono stati i militari dell’Arma. “Le prime risultanze hanno evidenziato ulteriori traumi subiti dalla vittima, oltre a quelli già emersi dalla prima ispezione cadaverica in cui erano state da subito rilevate due ferite al capo e la frattura del setto nasale. Le gravi lesioni emerse sul corpo dell’Ottaviano, che hanno prodotto anche la rottura di 4 costole e una fratturazione della scatola cranica, escludono la possibilità di un evento accidentale o di traumi autoinferti” – questo il contenuto della nota. Indagini in corso da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Ragusa, che procedono unitamente ai colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica e della Tenenza di Scicli. Tutto si concentra sull’ipotesi di omicidio.

Indagini volte a capire cosa sia successo per tanta efferatezza.

Si scava sulle amicizie del giovane avvocato, si lavora per ricostruire le ultime ore della vittima. Le riprese dei sistemi di videosorveglianza che insistono su tutta la parte del centro storico vengono viste e riviste. Il lavoro è immane. Fra l’altro la via Manenti  si trova in una zona del centro storico dove allontanarsi non sarebbe stato difficile. Ma Peppe Ottaviano è stato “pestato” prima di rientrare a casa ed una volta fra le mura domestiche abbia accusato un malore che lo ha portato allo stato estremo in cui è stato trovato? Ovvero ha ricevuto in casa l’aggressore o gli aggressori che non avrebbero avuto pietà sul corpo del giovane? Certo l’esame, al quale ha assistito il perito di parte nominato dalla famiglia, la dottoressa Paola Bonfiglio, sarà risolutivo per le indagini. Il dottore Giuseppe Algieri ha preso novanta giorni di tempo per depositare la risultante dell’autopsia. Questo arco temporale, che supera quello normale dei sessanta giorni, si è reso necessario per permettere anche di avere i risultati dei prelievi tossicologici eseguiti sul cadavere. Anche sulle risultanze dei rilievi, eseguiti dai carabinieri del Ris di Messina nei tre giorni della loro permanenza nella casa di via Manenti, si ripone tanta attesa. 

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