È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
QUANDO LA LETTERATURA INCONTRA IL CARCERE E SI TRAMUTA IN MAGIA PURA
11 Mar 2014 11:52
Far poesia vuol dire riconoscersi.
Chi scrive, avverte la poesia come uno strumento col quale dar sfogo alle sue emozioni, ai suoi sentimenti, alle sue paure più nascoste.
Le parole sono l’espressione di una confusione che ingombra la mente, e si sente il costante bisogno di liberarsene, di urlare, di sfogarsi, di lasciarsi andare, di provare per alcuni istanti la sensazione di leggerezza.
Poesia è magia. E poesia è libertà. Ed è il più bel volo che la libertà, paradossalmente, possa fare dentro una cella.
Era proprio questa l’atmosfera che si respirava, questa mattina, all’interno della casa circondariale di Ragusa, in occasione dell’incontro conclusivo del progetto “Audio Libro”, promosso dal centro culturale Kathane di Catania, ideato dalla dott.ssa Marinella Dierna e coordinato dalla dott.ssa Maria Stella. A prendere parte attiva al progetto, oltre che i detenuti coinvolti, sono stati: il prof. Francesco Licitra, la prof.ssa Caterina Cellotti ed il tecnico audio Dino Forcella Morea, che si sono prestati volontariamente al progetto e con entusiasmo e generosità hanno condiviso l’iniziativa.
“Il progetto di registrazione di opere letterarie – annuncia la dott.ssa Stella- è iniziato circa un anno fa ed è stata un’iniziativa di puro volonariato, non solo per i docenti, che hanno messo a disposizione degli altri la loro voce, ma anche per i detenuti, i detenuti che normalmente sono i destinatari di atti di solidarietà e volontariato e che, questa volta, hanno messo la loro voce a disposizione degli altri, quegli altri che per vari motivi ( disabilità, ma non solo ) non hanno la possibilità di leggere e che avranno, in questo modo, la possibilità di ascoltare e scaricare gratuitamente sul sito www.700annidopo.it, delle meravigliose opere letterarie, come le novelle di Verga. Ma ciò che mi preme sottolineare è il clima che si è creato durante gli incontri settimanali: un clima sereno ed aperto al dialogo, una parentesi di normalità, in cui tutti siamo cresciuti, ci siamo confrontati, abbiamo riflettuto sulle nostre vite, aspirazioni e desideri”.
“Si è trattato di un progetto interessante – aggiunge il Direttore della struttura carceraria, Dott. Santo Mortillaro- che serve a rendere meno artificioso il trattamento del detenuto e che assume una valenza solidale ed umana non indifferente, in quanto è rivolto a persone con problemi visivi o motori”.
La vita dei detenuti è certamente esperienza di isolamento e di coartazione, che genera solitudine e senso di abbandono; la poesia e la detenzione sembrerebbero – in apparenza – due concetti lontani e inconciliabili. E’ stato però dimostrato che non è affatto così e che quindi accade che anche nei momenti più bui dell’esistenza, un essere umano trovi nella sua anima le energie per riemergere, sentendosi pienamente coinvolto dalla magia che la letteratura crea.
“Abbiamo registrato l’interesse straordinario per la letteratura manifestato dai ragazzi- interviene il prof. Licitra-, ed imparato che il muro che separa le persone detenute da quelle libere è solo fisico, che siamo tutti uomini uguali ed a tutti può capitare di sbagliare”.
La letteratura dal carcere testimonia la coesistenza, all’interno dei campi detentivi, di pensatori e scrittori di differenti matrici ideologiche e culturali che offre ai detenuti il ritratto di un mondo intellettuale composito e affascinante.
Emozionante a tal punto da commuovere la maggior parte dei presenti, è stato il momento caratterizzato dalle opere recitate dal prof. Licitra che ha incantato tutti, regalando sorrisi ed indelebili sensazioni, tramutate in pelle d’oca costante.
Come testimoniano parecchi detenuti, in passato, che dopo sofferenze e talvolta umiliazioni tali da fiaccare ogni energia, sono riusciti a ritrovare l’entusiasmo della creazione letteraria una volta usciti dal carcere, e alcuni di loro lo hanno conservato durante la prigionia, scrivendo in prigionia, scrivendo della prigionia,talora mandando i propri versi a memoria quando non avevano neppure la carta per serbarne traccia. Come a dire, ancora una volta sfiorando il cinismo, che la reclusione potrebbe far bene alla letteratura e quest’ultima fa bene sicuramente ai detenuti. D’ altra parte si sa che, nelle sue varie forme, spesso il dolore non fiacca l’entusiasmo e, paradossalmente, la sofferenza diventa sorgente di creatività. Commossa, spontanea e con un filo di voce, la dott.ssa Cellotti ha voluto dar voce anche lei alle sue emozioni, dopo l’esperienza in carcere, affermando: ” Prima, quando passavo con la macchina davanti al Carcere, non lo notavo neppure. D’ora in poi, guarderò dal mio finestrino questa struttura, e la guarderò con occhi diversi, con gli occhi del cuore, perchè all’interno di essa, ci sono delle persone, delle belle persone, che seppur hanno sbagliato, e SE hanno sbagliato, vanno rispettate ed amate”.
Federica Farnisi
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