Qualità dell’aria, Ragusa obbligata a ridurre del 18% le emissioni fuori legge. Ecco i dati

Smog, in Sicilia registrate diverse situazioni critiche

Ragusa dovrà ridurre del 18% le proprie concentrazioni di PM10 per rientrare nei nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2030. È quanto emerge dal report Mal’Aria di città 2025 di Legambiente, che fotografa una situazione preoccupante per l’intera Sicilia.

Se oggi nessuna città siciliana supera i limiti attualmente in vigore per il PM10 e il biossido di azoto (NO2), l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea costringerà quasi tutti i capoluoghi, ad eccezione di Enna, ad adottare misure drastiche per ridurre le emissioni. Secondo il rapporto, Ragusa si colloca tra i centri che dovranno attuare una riduzione significativa delle concentrazioni di PM10, anche se la situazione è meno critica rispetto a Catania (-35%) e Palermo (-33%), che registrano i valori più alti in Sicilia.

La qualità dell’aria è una sfida che coinvolge tutti i capoluoghi dell’Isola. A Catania, la centralina di viale Vittorio Veneto ha registrato 46 sforamenti annui del limite di 50 µg/m³ per il PM10, mentre a Palermo il biossido di azoto ha superato la soglia media annuale in tre centraline: via Di Blasi (59 µg/m³), piazza Castelnuovo (46 µg/m³) e viale Belgio (43 µg/m³).

“Procediamo troppo lentamente e timidamente nell’attuare gli interventi per eliminare le cause delle emissioni degli inquinanti atmosferici e migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città – ha dichiarato Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia –. Abbiamo poco meno di cinque anni a disposizione per rientrare nei limiti più stringenti previsti dalla Direttiva europea al 2030 per tutelare la salute dei cittadini”.

Il tempo stringe e Ragusa, come il resto della Sicilia, dovrà accelerare le politiche di mobilità sostenibile, ridurre il traffico veicolare e puntare su misure strutturali per abbattere l’inquinamento atmosferico.

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