Pvt Modica. lo schiaffo fantasma e la replica discutibile

Nel corso di una partita di pallavolo dello scorso 29 gennaio l’allenatore della PVT Modica, squadra di pallavolo femminile in A2 è stato ripreso dall’occhio impietoso delle telecamere di Video Regione, conversare animatamente con le proprie atlete. Nel corso della conversazione a noi e molti altri colleghi giornalisti, è parso di vedere chiaramente l’allenatore compiere un gesto che in molti abbiamo apostrofato come “violento”, censurandolo. L’episodio si è verificato sabato a metà del quarto set.


La società SSD PVT MODICA a R.L a seguito di tali articoli di stampa ha ritenuto di smentire quanto da noi affermato , sottolineando che:
“non si è affatto trattato di un atto violento, ma di un gesto non intenzionale scaturito dalla concitazione del momento, frutto di una tensione esclusivamente agonistica.
Aggiunge che, se si fosse trattato davvero di un gesto violento, esponenti della dirigenza che si trovavano al momento del fatto in panchina e nelle immediate vicinanze, sarebbero intervenuti immediatamente a difesa del soggetto, chiunque esso fosse, ritenuto vittima di un’aggressione.


Nessun “colpevole silenzio” dunque da parte della Società nei confronti di una vicenda che è assolutamente lontana dall’essere paragonabile ad un atto di violenza.
Per concludere, è doveroso specificare che la PVT Modica, società costituita da una maggioranza di dirigenti di genere femminile, per la sua etica professionale e personale, derivante dall’integrità morale di tutti i suoi dirigenti e collaboratori che operano da oltre 3 decenni nell’ambito della pallavolo femminile, condanna ogni gesto di violenza in sé, senza distinzioni di genere”.


Fin qui la società che giustamente, chiamata in causa ha ritenuto opportuno intervenire chiarendo la propria posizione e quella degli attori coinvolti.
Fermo restando che il nostro compito di operatori dell’informazione è quello di riportare la cronaca dei fatti , le immagini del video immortalano un gesto che mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo, in qualsiasi contesto, a maggior ragione in un campo da gioco dove devono prevalere sempre i valori sani dello sport, avrebbe dovuto verificarsi nemmeno con la giustificazione della “tensione esclusivamente agonistica”. L’agonismo è sempre confronto, competizione, mai eccesso. Magari non si tratterà della violenza intenzionale che sembra e di cui abbiamo parlato ma, perdonateci, noi non giustifichiamo e tolleriamo nemmeno questa pseudo concitazione che ha portato a gesticolare animatamente verso una atleta soprattutto da parte del suo allenatore. Perché come è stato ampiamente dimostrato, questa concitazione porta al concreto rischio di inviare messaggi fuorvianti soprattutto ai più giovani che, al apri di tutta la collettività modicana, seguono la pallavolo e la società sportiva, per la sua storia ed i suoi trascorsi, con incondizionato spirito di ammirazione e stima.


E poi, se dobbiamo dirla tutta, nemmeno al buon gioco ed al buon risultato ha giovato tutta questa tensione.
Se giustificassimo o tollerassimo tutto ciò assurgeremmo a giudici e sceglieremmo di legittimare alcuni atteggiamenti che, ribadiamo, stigmatizziamo incondizionatamente, fosse anche un dito alzato, perché, per noi è sempre valido l’insegnamento dei nostri genitori: una donna non si sfiora nemmeno con un fiore.

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