Prosciolti per prescrizione dei termini “gli abusivi” di C.da Rocciola Scrofani a Modica.

Maxi proscioglimento per i 95 imputati e le 5 cooperative del processo sulle cosiddette “villette abusive” di contrada Rocciola Scrofani a Modica per intervenuta prescrizione.

E’ quanto deciso al termine dell’udienza svoltasi al tribunale di Ragusa, dove il procedimento era tornato mesi fa su decisione della Cassazione, che aveva analizzato il fascicolo a suo tempo trasmesso dal gip del tribunale di Palermo per una sollevata questione di incompatibilità.

Tutti erano accusati, a vario titolo, di truffa aggravata in concorso. La decisione del proscioglimento di tutti gli imputati è stata presa dal giudice Elio Manenti, lo stesso che aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale, così come aveva contestato il collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Enrico Maria Belgiorno, Salvatore Giurdanella, Michele D´Urso, Fabio Borrometi, Luigi Piccione, Ignazio Galfo, Mario Caruso, Robin Giannone e Massimo Ianò, ritenendo che il finanziamento di oltre 2 milioni di euro concesso ad una delle cooperative edilizie coinvolte nel procedimento sarebbe stato richiesto in maniera indebita all’istituto regionale per il credito cooperativo (Ircac) di Palermo. Trasmessi gli atti al tribunale del capoluogo siciliano, il giudice delle indagini preliminari aveva ritenuto che la competenza non spettasse a Palermo, e così tutto il faldone era andato ai magistrati del terzo grado, che, nel settembre 2017, avevano deciso di stabilire che la competenza del procedimento fosse dei giudici del tribunale di Ragusa. Ora quindi il proscioglimento da tutte le accuse per la scadenza dei termini imposta dalla prescrizione. L´indagine scaturì dalla costruzione, ritenuta parzialmente difforme rispetto ai progetti originari, di 44 villette a schiera in contrada Rocciola Scrofani. L’Ircac, patrocinato in giudizio dall’avvocato Franco Rovetto , era parte civile solo avverso la cooperativa «Trinacria», i cui presidenti e soci erano imputati nel procedimento assieme a quelli delle altre 4 cooperative «Quasimodo», «Montale», «Amicizia» e «America». L’avvocato Rovetto aveva sostenuto difatti che solo la «Trinacria» ottenne dall’istituto regionale per il credito cooperativo un finanziamento indebitamente percepito di circa 2 milioni 130 mila euro per l’edificazione di 23 villette a schiera. L’ente erogatore chiedeva la restituzione integrale del finanziamento a suo tempo concesso, oltre al risarcimento danni. Nel processo risultavano parti offese la Regione Siciliana, il comune di Modica e, per l’appunto, l’istituto regionale per il credito cooperativo, ovvero l’unico ad essersi costituito parte civile. Tra i 95 imputati c’erano i proprietari di immobili, i direttori dei lavori, i titolari di imprese edili ed i presidenti e i soci delle cinque cooperative edilizie. Anche le cooperative furono a suo tempo rinviate a giudizio come persone giuridiche. Oltre al già citato reato di truffa aggravata in concorso, erano contestati pure le false attestazioni in atto pubblico, l’abusivismo edilizio e la mutazione delle destinazioni d’uso degli immobili, limitatamente alle responsabilità di ciascun imputato. L’ammontare complessivo della somma, che, secondo gli inquirenti, sarebbe indebitamente stata sottratta alla Regione, ente erogatrice dei finanziamenti per l’acquisto delle villette a mutuo agevolato, sarebbe stata di 7 milioni e 600 mila euro. Tutto questo fu segnalato dagli inquirenti alla Corte dei conti. L’indagine della guardia di finanza scattò sulla base di un esposto anonimo, a quanto pare riconducibile ad un soggetto che non ottenne l’ammissione in una cooperativa. L’indagine portò in primo luogo alla contestazione del reato di truffa aggravata in concorso non solo ai danni della Regione Siciliana, ma anche del comune di Modica, nonché dell’Ircac, in quanto, come accennato, le villette sarebbero state realizzate in maniera difforme rispetto al progetto originario.

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