POLEMICA VITTORIESE TRA IL CONSIGLIERE DEL PDL IGNAZIO NICOSIA E IL CAPOGRUPPO DEL PD FABIO NICOSIA

“Come al solito, le premesse del capogruppo del Pd, Fabio Nicosia, sono degne di considerazione. Ma poi le conclusioni lo portano completamente fuori strada, finendo, addirittura, con l’esagerare e con lo sparare nel mucchio pur di fare notizia. E questo atteggiamento è inaccettabile. Soprattutto se rivolto a chi, nel mese di novembre scorso, per primo aveva denunciato delle anomalie, non avendo timore alcuno di stigmatizzare l’atteggiamento di colleghi di partito”.

E’ tutta vittoriese la polemica che il consigliere provinciale del Pdl Ignazio Nicosia, presidente della Prima commissione, alimenta a proposito dei contributi per varie iniziative erogati dalla Provincia e che erano finiti nel mirino del capogruppo Nicosia. Quest’ultimo aveva parlato, testualmente, di “connivenza di consiglieri e assessori di Vittoria che sostengono la Giunta”.

“Siccome io sono uno dei consiglieri di Vittoria – aggiunge Ignazio Nicosia – mi sento più che legittimato a replicare a Fabio Nicosia ricordandogli che, sentendomi assolutamente responsabile nei confronti di chi mi ha eletto di cui cerco di rappresentare al meglio le istanze nei luoghi deputati a farlo, mi ero già attivato mesi fa per cercare di capire se esistesse un’effettiva sproporzione tra i sostegni economici erogati al versante modicano e quelli, invece, che erano stati previsti per l’area vittoriese. Come se non bastasse, proprio di recente mi sono attivato chiedendo, ufficialmente, tutti i dettagli dei documenti di bilancio dal 2002 ad oggi. Se sproporzioni ci sono state, e qualcosa c’è stato, non avremo problemi di sorta a metterlo in evidenza additando, eventualmente, le responsabilità. Le stesse responsabilità che Fabio Nicosia vorrebbe additare al sottoscritto senza che esistano le basi per potere fare affermazioni del genere, accomunando consiglieri e consiglieri. Caro Fabio Nicosia, faccia più attenzione alle parole in libertà. Altrimenti si corre il rischio di alimentare ancora di più, e senza motivo, il vento dell’antipolitica”.

 

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