PIANO PER IL SUD: QUALI PROSPETTIVE?

Il governo vara un piano per il sud,  rivolto ai giovani e agli anziani. Uno spiraglio di speranza si accende in tutti noi  Due ministri, Elsa Fornero e Andrea Riccardi e il Presidente del Consiglio Mario Monti annunciano il Piano.

Dalla tristezza passiamo alla speranza dell’equità e dell’integrazione, basilari per una crescita civile della nostra società.

Una riprogrammazione dei fondi comunitari co-finanziati al Sud con l’obiettivo di accelerarne e soprattutto di riqualificarne l’impiego, viene realizzata una riprogrammazione pari a circa 2,3 miliardi di euro nelle Regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, de-finanziando interventi con criticità di attuazione, obsoleti o inefficaci. 845 milioni sono destinati a obiettivi di inclusione sociale: cura dell’infanzia (400), cura degli anziani non auto-sufficienti (330), integrazione della politica dell’istruzione contro la dispersione scolastica con azioni per la legalità nel territorio (77), progetti promossi da giovani del privato sociale (38). Gli altri interventi (per 1.498 milioni) sono rivolti alla crescita attraverso, fra l’altro, iniziative per i giovani, interventi per promuovere lo sviluppo delle imprese e la ricerca, promozione dell’innovazione dal lato della domanda attraverso bandi pre-  commerciali, valorizzazione di aree di attrazione culturale e riduzione dei tempi della giustizia.

Sono compresi  interventi per l’inclusione sociale. Il dipartimento della Famiglia ha messo a disposizione una somma totale di 117 milioni per sostenere politiche familiari. Oltre agli 81 milioni già assegnati di recente alle Regioni e agli enti locali, per progetti esclusivamente rivolti agli asili nido e all’assistenza domiciliare agli anziani, sono stati destinati altri 36 milioni di euro per finanziare altri aspetti: conciliazione famiglia lavoro, sezioni primavera, adozioni internazionali e iniziative per premiare progetti e buone pratiche per l’invecchiamento attivo e il supporto familiare.
Una social card è prevista, in corso di definizione con i Comuni con più di 250 mila abitanti, con il coordinamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con cui si punta anche ad attivare la messa in rete di tutte le risorse già oggi destinate nei singoli territori a queste stesse finalità, puntando in particolare al coinvolgimento dei soggetti del terzo settore.

Prospettive nuove che almeno sembrano rientrare in una concezione di Europa dei popoli, e non solo della fredda finanza, che ha visto la ribellione di una popolazione., che condivide poco la semplice austerità e l’eccessivo rigore.

 Non vogliamo , però, essere troppo ottimisti, in quanto bisogna vedere in atto questi bandi cui partecipare , e chi li gestisce.

 Pensiamo alla nostra Regione, dove i fondi europei sono stati rimandati indietro per un’incapacità di gestirli e metterli in essere :troppa burocrazia e troppa lentezza.

Le nuove povertà preoccupano la società civile: eccessivi i tagli al sociale e alla cultura.

Certamente questo intervento se, da un lato dà speranza, dall’altro è solo una goccia nel mare del malessere sociale.

 

 

 

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