Per le vacanze di Pasqua tutti pazzi per la Sicilia: anche per la provincia di Ragusa?

La Sicilia si prepara a una Pasqua sotto il segno dell’ottimismo turistico, sostenuta da un flusso crescente di visitatori internazionali e da un calendario favorevole che collega la festività pasquale ai ponti del 25 aprile e del primo maggio. Secondo quanto riportato da la Repubblica, Federalberghi Palermo stima un incremento del 20% nelle prenotazioni alberghiere, segno che l’Isola è tornata ad affermarsi tra le mete più ambite del Mediterraneo, specialmente tra i viaggiatori statunitensi, attratti da arte, tradizione e cultura enogastronomica.

Le città regine della Pasqua 2025? Palermo, Catania, Taormina, Noto e Siracusa. Specialmente quest’ultima coppia – Noto e Siracusa – pare godere di un rinnovato fascino anche grazie alla riscoperta degli itinerari ebraici e delle radici storiche più profonde, apprezzate da una clientela colta e sempre più interessata a percorsi autentici, lontani dai circuiti turistici più inflazionati.

Ma la domanda sorge spontanea: e il Sud Est Ragusano? Sarà della partita o rischia di restare ai margini di questa nuova stagione dorata? Nel cuore barocco dell’Isola, tra Scicli, Ragusa Ibla e soprattutto Modica, il clima di fiducia non sembra ancora aver trovato pieno riscontro nei numeri. La sensazione – che resta da verificare con i dati effettivi post-festività – è quella di un interesse meno vivace rispetto ai fasti degli ultimi anni. Eppure, questa terra non ha nulla da invidiare alle sorelle maggiori: patrimonio UNESCO, cioccolato celebre in tutto il mondo, chiese monumentali, bellezze naturalistiche come Cava d’Ispica e una tradizione pasquale di rara intensità, basti pensare alla Madonna Vasa Vasa che ogni anno incanta fedeli e curiosi.Cosa manca, dunque? Forse una narrazione più assertiva, una promozione che sappia parlare il linguaggio dell’oggi, capace di sedurre un turismo sempre più esigente, che non cerca solo bellezza ma significato. Forse manca un coordinamento territoriale che sappia fare sistema, come avviene a Noto o a Taormina, dove pubblico e privato cooperano per creare eventi, esperienze e visibilità.

La Pasqua 2025 potrà comunque essere un banco di prova importante. Gli operatori turistici della provincia di Ragusa osservano con attenzione l’arrivo dei primi gruppi stranieri, confidando nei cosiddetti “late bookers” e nelle prenotazioni last minute, che sempre più caratterizzano il turismo post-pandemico. “Non cantiamo vittoria, ma neppure disperiamo – afferma il direttore di un albergo modicano – Il nostro problema non è il prodotto, è la percezione. Modica deve tornare a emozionare, a raccontarsi, a sorprendere”. Per ora, la primavera porta con sé attese e interrogativi. Le risposte arriveranno solo dopo aver tirato le somme: il 25 aprile e il primo maggio saranno gli spartiacque di una stagione turistica che potrebbe ancora sorprendere. Come spesso accade in Sicilia, nulla è mai davvero perduto. Anche un “ritardo” può rivelarsi, col tempo, una partenza migliore. E allora, che sia una Pasqua di rinascita, anche per la provincia di Ragusa.

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