Per conto di acquistava la droga dal ragusano ex dipendente dell’Ars? E’ la domanda che si pongono gli inquirenti. Non si escludono clamorose novità

L’arresto di Mario Di Ferro, avvenuto martedì scorso, ha dato il via a un’indagine più articolata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Sebbene il coinvolgimento dei due pizzicati dalla polizia sia “assolutamente incidentale”, la questione delle cessioni di cocaina rimane al centro dell’attenzione. Infatti, le versioni dell’ormai ex dipendente dell’Ars, avendo egli rassegnato le dimissioni come dichiarato, e Di Ferro non combaciano, con il ristoratore che sostiene di aver fatto solo un favore a un amico, mentre il burocrate sostiene che quella di martedì non è la prima volta che paga Di Ferro per ricevere cocaina.

Nell’udienza di convalida dell’arresto, il gip Ermelinda Marfia ha deciso per la misura più morbida dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per Di Ferro, nonostante la richiesta della procura di misura cautelare degli arresti domiciliari. Inoltre, dai verbali acquisiti dalla procura, emerge una seconda grana per Di Ferro, ovvero il possesso di due pistole regolarmente detenute e conservate in una cassaforte ancora “domiciliata” nella precedente abitazione del ristoratore.

Tuttavia, l’enigma principale rimane quello di individuare per chi fosse la droga acquistata dal burocrate ragusano che rimane, lo ricordiamo, persona non sottoposto ad alcuna indagine penale.

Attualmente non è stato sottoposto a test antidroga, il burocrate si dice pronto a sottoporsi a qualsiasi test e sicuro di risultare pulito. In ogni caso, sembra che l’imprenditore Di Ferro, fosse in grado di procurarsi cocaina in poche ore e che il linguaggio in codice utilizzato dai due per la prenotazione della droga fosse diventato una prassi consolidata. In più occasioni, gli uomini del Sisco si sono appostati in via Petrarca, il luogo degli incontri tra Di Ferro ed il burocrate.

In definitiva, le indagini sono ancora in corso e non è ancora stato possibile fare luce sulla vicenda. Tuttavia, è evidente che si tratti di un’indagine molto più grande dello spaccio di tre grammi di cocaina e che il vero obiettivo sia quello di individuare per chi fosse la droga acquistata. Si dovrà attendere la prossima settimana per avere maggiori informazioni a riguardo.

Non è ancora possibile dire con certezza chi potrebbe essere coinvolto nell’indagine più articolata che è stata avviata a seguito dell’arresto di Mario Di Ferro e della cessione di cocaina al burocarte. Tuttavia, la presenza della Direzione distrettuale antimafia di Palermo suggerisce che ci potrebbe essere un coinvolgimento di altri. È importante sottolineare che al momento tutto rimane al livello di supposizione e che sarà necessario attendere ulteriori sviluppi dell’indagine per avere maggiori informazioni a riguardo.

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