Un incarico di alto profilo scientifico e istituzionale che porta la sanità della provincia di Ragusa al centro del panorama medico nazionale e internazionale. Gaetano Cabibbo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell’ospedale “Maggiore-Baglieri” di Modica, è stato nominato membro del Direttivo nazionale della FADOI, la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, e […]
Pasqua e Pandeguerra: metafora di liberazione e rinascita. Ma quando?
14 Apr 2022 09:08
“Houston! … qui Ragusa.”
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
L’esordio della primavera e della Pasqua sovente coincidono. Non è un caso. La primavera è sempre stata percepita e narrata come una stagione di cambiamento e rinascita, il rifiorire ovunque della vita e del sole che si lascia alle spalle il freddo grigio dell’ inverno. Poco importa che, anche quest’anno, si abbatteranno dal sabato al lunedì di Pasquetta, vento e pioggia, puntuali come un clistere astrale nel karma di una collezione inverno/autunno 2022.La Pasqua, per il genere umano, anche in senso laico, rappresenta uno snodo basilare che riflette l’idea e l’anelito di “resurrezione psicologica” e risveglio di noi stessi, dei nostri sensi, la rigenerazione del nostro spirito, del nostro corpo e della nostra psiche, nel ripristino di una profonda connessione con noi stessi, in sintonia con il ciclo naturale delle cose … Speriamo. Basterebbe già un po’ più di buon senso.
Sulla nostra tavola imbandita, in questa maratona pasquale, troviamo spessissimo l’agnello, emblema della purezza e della vita che esiste solo se associata alla morte (e all’impanata) in un rito propiziatorio. Il sacrificio dell’agnello, ancora nel terzo millennio, è visto in molte culture come un rito capace di ricontattare il divino. Purezza. Sì. Ma in verità, nessuno di noi, purissimi, ha mai chiesto l’opinione dell’agnello a riguardo. E per ricontattare il divino magari basterebbe una videochiamata Whatsapp in un gesto d’amore. Direbbe l’agnello.
La colomba tradizionalmente rievoca la pace rinata tra Dio e l’uomo dopo il Diluvio Universale. Eppure, io temo che l’uomo adesso debba fare innanzitutto pace con sé stesso. (E ho sempre preferito il panettone, ma non voglio scatenare un dibattito tra haters sui social).“Pasqua” deriva da una parola ebraica che significa “andare oltre”, “passaggio” dallo stato di schiavitù a quello di libertà, in memoria della liberazione del popolo ebraico dal Covid-19 … (lapsus freudiano). Ma in termini psicologici e spirituali, richiama il significato di un’evoluzione, intesa al risorgere. A me basterebbe che ci rialzassimo da terra, sinceramente. Non pretendo da noi, provati come siamo, di elevarci a un altro livello di consapevolezza e a un altro step esistenziale stile “Matrix 5, la variante”. Mi accontenterei se ci rimettessimo in piedi. Più che risorgere, risolleviamoci! Con dignità. Magari imparando dai nostri errori ed evitando di riproporre i copioni obsoleti che ci hanno colti impreparati e sciocchi due anni orsono.Una retorica affabile rivela che la nostra missione, in quanto esseri umani, è soprattutto quella di rinnovarci sempre, a ogni passo, a ogni sfida. Sì. Rinnoviamoci! Se non alla ricerca di nuove intelligenze, quanto meno alla volta di imbecillità inedite, stupidità mai sperimentate prima. Per cambiare.
Morte e rinascita simboleggiano la dinamica inquieta della vita, della trasformazione, nella ricerca interiore della nostra identità, nel labirinto di luci e ombre dei trionfi e delle disfatte, dei successi e dei fallimenti, nella chiave di un perpetuo adattamento al presente. E, se possibile, al congiuntivo.(Auguri a voi).
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