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Omaima Zaouali ha compiuto 20 anni. La preside, i docenti e i compagni festeggiano in ospedale
08 Ago 2024 10:37
Omaima Zaouali ha compiuto vent’anni. La giovane vittoriese, rimasta ustionata insieme al padre nell’incendio appiccato nella sua abitazione, il 13 giugno scorso, dal fratello Wajdi, ha festeggiato il suo compleanno nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cannizzaro di Catania.
Una torta, un tablet, le foto ricordo della scuola
Nel giorno del suo compleanno, la preside della scuola, Emma Barrera, i docenti Andrea Bruno Guida che insegna filosofia e storia e Margherita Donzella, professoressa di lettere, insieme a cinque compagni di classe, si sono recati a Catania, portando in dono per il compleanno un tablet su cui sono stati scaricati una serie di film. Un modo per essere vicini a Omaima e per permetterle di trascorrere qualche ora di relax, pur nella difficile situazione ospedaliera. Omaima si trova ancora in terapia intensiva, isolata, ha subito vari interventi chirurgici, ma le sue condizioni sono migliorate. I compagni hanno portato anche una torta, alcuni peluche e regali vari e una cornice contenente delle foto dei vari momenti insieme nell’anno scolastico.
La giovane frequentava l’ultimo anno del liceo psico pedagogico Mazzini di Vittoria. Avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità insieme e ai suoi compagni. Invece, tutto è cambiato per lei e per la sua famiglia quella notte tra il 12 e il 13 giugno, quando il fratello ha appiccato il fuoco. Nell’incendio, la madre Mariam Sassi, di 55 anni e la sorella Sameh, di 34. Il padre Kamel, membro del direttivo della comunità islamica di Vittoria, si trova ricoverato al Civico di Palermo. Anch’egli è avviato verso la guarigione, anche se il percorso per il trattamento delle ustioni è ancora lungo. Unica scampata alla strage è la sorella di 25 anni che studiava all’università di Torino.
Nei giorni scorsi, alla villa comunale, si è tenuto il concerto di fine anno della scuola. Nella bande della scuola, di cui Omaima faceva parte, la giovane avrebbe dovuto eseguire un “assolo”. Nessuno lo ha cantato al suo posto. I presenti hanno ascoltato solo l’esecuzione strumentale, concluso da un grande applauso, in un clima di grande commozione.
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