OCCUPAZIONE GIOVANILE IN PROVINCIA DI RAGUSA

“E’ vero, la legislazione nazionale e regionale è piena di incentivi per l’assunzione dei giovani. Ma la situazione occupazionale di chi si trova alle prime armi con il mercato del lavoro resta comunque drammatica nella nostra provincia. E, in tempi di crisi come quelli attuali, non esiste una domanda di forza lavoro aggiuntiva”. E’ il senso dell’allarme che il tesoriere dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili per le circoscrizioni dei Tribunale di Ragusa e Modica, Giorgio Cascone, ha lanciato partecipando al convegno organizzato da Italia Lavoro e dall’Ufficio provinciale del lavoro organizzato questa mattina nell’auditorium della Camera di Commercio. Un convegno avente per tema “Le politiche attive del lavoro alla luce della nuova riforma. Incentivi e contributi a favore dell’inserimento e dell’occupazione giovanile”. “E’ impensabile che gli incentivi da soli – ha proseguito Cascone – possano suscitare questa domanda di lavoro. Infatti, l’elargizione degli incentivi condizionati al rispetto di determinate regole, anche se legittime, ne impedisce la concretizzazione. Basta prendere ad esempio l’applicazione dei contratti di lavoro di riferimento. Diciamola tutta. Interventi di riduzione salariale nei primi periodi di attività lavorativa del giovane, salario d’ingresso e quant’altro favorirebbero, invece, l’inserimento di nuovi giovani. Gli stessi avrebbero maggiore interesse ad acquisire il più rapidamente possibile le capacità e le conoscenze necessarie per il proprio lavoro, così da ottenere l’adeguamento al salario contrattuale”. Cascone ha poi messo in luce un’altra questione. “L’attuale sistema economico – ha detto – dichiara un fabbisogno non coperto di personale altamente specializzato e qualificato a livelli diversi. L’istituto dell’apprendistato, nonostante sia concepito ed utilizzato dall’impresa come uno strumento per reclutare giovani a basso costo, viene poco utilizzato anche a causa dell’incombenza relativa alla formazione a carico dell’impresa, con l’aggravante che la parte della formazione, oltre ad essere considerata del tutto accessoria e secondaria all’attività lavorativa, costituisce un notevole peso per l’azienda. Le aziende, infatti, stentano ad assumere giovani apprendisti proprio per non incorrere in percorsi formativi faticosi ed onerosi che incidono sull’attività produttiva dell’impresa. Sarebbe, pertanto, interessante fare acquisire ai giovani, prima di essere avviati al lavoro, una adeguata preparazione di base, con specifiche acquisizioni di tematiche riguardanti per esempio la sicurezza sul lavoro o di altre materie di base e necessarie affinché il giovane possa essere pronto ad affrontare l’attività lavorativa con serenità e senza difficoltà. Nella nostra provincia, ad esempio, il Cnos, il corso professionale dei Salesiani, ha dato e dà risultati soddisfacenti preparando giovani per essere immediatamente avviati al lavoro. Dobbiamo sforzarci di avere obiettivi chiari con assunzione condivisa di responsabilità, quindi misurare gli stessi obiettivi attraverso indicatori di realizzazione e di risultato, nonché semplificare l’accesso alle misure di incentivazioni da parte delle imprese. Tutti procedimenti che provocherebbero un incremento dell’occupazione piuttosto che farci adagiare in una pericolosa situazione di stallo come quella attuale”. 

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