Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
Obbligo scolastico: fino a 2 anni di reclusione per chi non manda i figli a scuola. Controlli anche a Ragusa
27 Dic 2023 21:43
Mano ferma contro la dispersione scolastica. La lettera della Prefettura di Ragusa viene inoltrata alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, ai referenti dell’Osservatorio d’area di Ragusa, di Vittoria e di Modica e per conoscenza al presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania e al dirigente dell’ufficio scolastico regionale. L’iniziativa sottoscritta dal Prefetto Giuseppe Ranieri, punta “con ogni possibile sollecitudine” a fare in modo che ogni istituto scolastico della Provincia informi le famiglie di ragazze e ragazzi in obbligo scolastico (fino ai 16 anni) di quali siano le conseguenze penali per i genitori o i tutori, in merito alla mancata frequenza delle lezioni scolastiche.
Diverse le riunioni dell’Osservatorio sulla dispersione scolastica che ha visto tra gli enti coinvolti anche il Tribunale per i Minorenni di Catania, in un territorio che ha nella fascia trasformata, e non solo, un’area di estrema vulnerabilità per i minori. E allora la Prefettura predispone un testo in quattro lingue – italiano, inglese, francese e arabo – e lo rende disponibile all’inoltro. E la nota riporta in modo chiaro e inequivocabile, ciò a cui vanno incontro i genitori che non mandano a scuola i figli.
I dettagli e le conseguenze penali
Le nuove disposizioni sono contenute nella legge 159/2023 che ha convertito il decreto legge omonimo, recante “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”. Nella nota i genitori vengono informati che è compito del dirigente scolastico monitorare la mancata iscrizione o la mancata frequenza del minore a scuola, per contrastare la dispersione scolastica. Assenze non giustificate per 15 giorni in tre mesi o un quarto del monte ore annuale determinano una comunicazione del dirigente scolastico ai genitori o chi ne fa le veci.
Entro 7 giorni dalla comunicazione, il minore deve riprendere la frequenza scolastica. Se ciò non avviene entro i successivi 7 giorni, il dirigente comunicherà la situazione al sindaco della città che “ammonirà” ufficialmente i genitori o tutori. Se anche questo non servirà a fare tornare a scuola il minore scatterà la denuncia all’Autorità giudiziaria per il reato di “inosservanza dell’obbligo di istruzione dei minori”, e si rischiano fino a 2 anni di reclusione. Se le assenze arrivano a un quarto del monte ore ed entro una settimana dall’ammonimento del sindaco non vengano prodotti e provati giustificati motivi di salute o gravi impedimenti, la pena prevista è di un anno di reclusione.
A rischio anche l’assegno di inclusione
L’inosservanza dell’obbligo scolastico comporta pure la sospensione del beneficio dell’assegno di inclusione e il sindaco del comune può anche valutare la decadenza o la decurtazione di eventuali contributi assistenziali erogati alle famiglie.
© Riproduzione riservata