NON VOGLIAMO UNO SCERIFFO IN PROVINCIA DI RAGUSA

“Credo sia arrivato il  momento di rivedere i ruoli della polizia provinciale, al comando del dirigente Raffaele Falconieri. Si ritiene che la polizia provinciale, negli ultimi tempi, si occupi maggiormente dei problemi legati alla viabilità, sui tratti di competenza dell’Ente di Viale del Fante, piuttosto che svolgere i compiti per i quali è stata voluta.”

“Non vorrei che in provincia di Ragusa fossimo tornati ai tempi degli sceriffi, cioè l’ufficiale eletto più alto in grado, che applica la legge in una contea, in questo caso sull’intero territorio provinciale.”

E’ la nota del capogruppo del PdL alla Provincia, Silvio Galizia, che considera l’operato degli agenti di polizia provinciale non idoneo alla finalità per cui è stato studiato questo corpo di polizia.

“E’ un corpo, o meglio un organismo – continua Galizia –, preposto per la salvaguardia del territorio, della fauna, e non quasi esclusivamente della viabilità stradale, che già viene ottimamente svolta dalla Polstrada e dalle altre forze dell’ordine che operano su tutto il territorio. Credo sia opportuno che il comandante del corpo di polizia provinciale, Raffaele Falconieri, riveda l’impiego dei suoi uomini e mezzi, anche in funzione dei costi che sostiene l’Ente Provincia e del beneficio del loro impiego, ed indirizzarli maggiormente per i lavori a loro destinati, e non esclusivamente sulle strade. Il territorio provinciale necessita di un corpo che tuteli tutti quegli scempi che vengono perpetrati illecitamente da gente senza scrupoli contro il patrimonio di tutti.”

“Non vogliamo uno sceriffo a capo degli agenti – conclude Galizia -, ma un dirigente che abbia le idee chiare su come impiegare le risorse umane messe a disposizione dalla Provincia, senza che questi diventino tuttologi. Chi troppo vuole, alla fine nulla stringe. E chi vuole fare troppo rischia di farlo male, come purtroppo sta già accadendo. E pertanto invito anche l’assessore al ramo, visto che nella fattispecie è un esperto di diritto, a formare alcuni agenti in quanto, questi ultimi forse non conoscono le nozioni di base del diritto. Oppure invitare gli agenti preparati, che ce ne sono tanti ad istruire coloro i quali dimostrano lacune e carenze.” 

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