NON SI PUO’ SUBIRE VIOLENZA DUE VOLTE!

Donne.

Un universo rosa fatto di milioni di sfumature, di pensieri, di paure, di frivolezze, di forza, di protezione per la famiglia, di fatica, e troppo spesso, di solitudine.

Donne abusate, seviziate, picchiate, uccise… a volte perché considerate un oggetto di proprietà su cui poter sfogare ogni malessere, una giornata storta, un bicchiere di troppo.

A volte perché ritenute colpevoli di qualcosa.

Altre solo perché…perché? PERCHè???????

E poi ci sono le storie di donne che riescono a scappare senza potersi portare dietro nulla che gli appartenga: donne con la valigia, spesso senza, che dopo aver subito stupri o torture quotidiane psicologiche vanno via senza sapere neanche dove, con bimbi al seguito. Chiudono la porta di casa lasciandovi dentro mariti, compagni, fidanzati violenti, quando fanno in tempo! A volte tornano dai genitori, altre non hanno neanche una famiglia. Assistite dalle associazioni di volontariato, che purtroppo non hanno dove accoglierle, assistite da preti che si disperano cercando di trovare loro riparo da mariti violenti. Incubi di una insana quotidianità collettiva che non sembra neanche più far notizia.

Dallo stalking al femminicidio il passo è breve. Un problema ancora troppo in rosa quello della violenza sulle donne. Una sorta di integrazione al femminile della quale un’intera società si fa carico solo quando l’evidenza sono lividi scuri sulla pelle, sangue versato. Le lacrime, quelle, poche volte fanno testo. Un’intera società che si muove e genera idee e intanto i nostri figli crescono in una società dove sentir parlare di stupri e femminicidi sembra non fare impressione. Ma nella realtà non è così, fa male ai piccoli quanto ai grandi. Bisogna dire basta tutti insieme. E’ l’identità stessa del singolo ad uscire lesa da tutte queste storie e di questa società che sta fallendo nell’educazione all’affettività. Siamo alla ‘terapia’, stiamo saltando la ‘diagnosi’. Fuor di metafora il problema va affrontato alla radice, cercando di comprendere le ragioni della violenza ed attuando tutte le possibili soluzioni preventive anche attraverso percorsi formativi nelle scuole che insegnino la regola fondamentale della convivenza civile: il rispetto. Le associazioni in rete (“Ali- Associazione laica immigrati”; “Il cerchio blu”; “Il filo di seta”; “La Voce”; “Libellula”; “Noi-National organized integration”) hanno detto: “Basta!”. Tu da che parte stai?

 

 

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