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Non si ferma la missione della Diocesi di Noto in Africa. Stamattina la partenza del modicano Padre Salvatore Cerruto
16 Lug 2024 16:33
Sulla “macchina” della missione in Congo dovevano salire in quindici compresa la direttrice del Centro missionario della Diocesi di Noto Carmela Giurdanella. Invece stamattina è partita per la volta di Butembo Beni una sola persona, Padre Salvatore Cerruto. E’ stato l’unico ad essere stato autorizzato a raggiungere Butembo Beni in Congo dove una sanguinosa guerriglia sta mettendo in ginocchio l’intero paese. Padre Salvatore Cerruto è partito stamattina alle 9.30 con un volo per Istanbul e questa sera prenderà, dalla capitale della Turchia, un altro volo per Entebbe in Uganda. E’ questa la strada che dovrebbe portare Padre Salvatore Cerruto, sacerdote modicano di 61 anni, in Congo per la sua missione in Africa. L’altra tappa sarà Butembo Beni. E’ qui che ha sede la diocesi con cui quella di Noto è gemellata fin dal 1988.
Padre Cerruto ha una provata esperienza di missionario in terra d’Africa.
Vi è stato in missione per due lunghi periodi durati ciascuno per quattro anni ciascuno. E’ qui che ha offerto la sua esperienza di sacerdote ma anche quella di agronomo aiutando le popolazioni congolesi dei villaggi sia nell’anima che nella costruzione di servizi e nella coltivazione della terra creando anche la Fattoria didattica “Nino Baglieri” nella parrocchia di Bingo grazie ai fondi dell’otto per mille ricevuti dalla Conferenza episcopale italiana. Padre Salvatore Cerruto stamattina è partito alla volta di Butembo Beni da solo, con il coraggio di chi và verso l’ignoto vista la guerriglia in corso in Congo. Nel suo bagaglio i medicinali da portare nell’ospedale congolese e la targa in memoria dello sciclitano Giuseppe Ottaviano Sgarlata ucciso barbaramente il 12 maggio scorso da persone ignote destinata al centro nutrizionale bambini malnutriti dell’ospedale africano dove il Volontariato Vincenziano di Scicli e la famiglia del giovane hanno inviato una somma in denaro ufficializzata nel corso di un incontro, nei giorni scorsi, nella chiesa di San Giuseppe. Il centro nutrizionale è intitolato al fratello di Padre Cerruto, Giorgio Cerruto morto prematuramente in un incidente.
La partenza in solitario non lo ha spaventato. Al saluto è apparso sereno e fiducioso.
“Gesù invia i suoi apostoli in missione senza dare la possibilità di dotarsi di un benché minimo equipaggiamento: “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche”. La forza e l’efficacia della missione non devono dipendere dalla mole di mezzi e risorse, ma dall’identità stessa del missionario. Se i missionari sono prima di tutto figli di Dio – e in forza del battesimo tutti lo siamo – essi agiscono con la potenza che viene loro da Dio, una potenza che opera efficacemente al di là dei beni materiali di cui si dispone. Ed infatti, gli apostoli inviati e mal equipaggiati agiscono annunciando e portando la salvezza stessa che viene da Dio: “Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”.
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