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Movida: a Cosenza vietano la notte ai minori. E a Marina di Ragusa? Cosa accadrebbe se arrivasse un’ordinanza così?
31 Lug 2025 09:33
Un’ordinanza forte, senza precedenti recenti, che sta facendo discutere l’Italia intera. A Praia a Mare, rinomata località turistica della provincia di Cosenza, il sindaco Antonino De Lorenzo ha firmato un provvedimento destinato a lasciare il segno: vietata la circolazione ai minori di 14 anni non accompagnati, nella fascia oraria tra le 00:30 e le 7 del mattino. Una misura definita dallo stesso primo cittadino un “atto estremo”, ma necessario per garantire la sicurezza e l’armonia sociale in un’estate difficile.
«Volevamo proteggere la bellezza dell’accoglienza di questo luogo», ha dichiarato De Lorenzo all’Adnkronos. «Serve uno strumento forte per permettere a tutti di godere di questa bellezza».
L’ordinanza sarà in vigore fino al 30 settembre, in coincidenza con il periodo di massima affluenza turistica. Alla base del provvedimento, spiega il sindaco, la volontà di “intervenire preventivamente contro il fenomeno del ‘branco’”, cioè gruppi di ragazzini molto giovani che, secondo i dati raccolti dalla polizia municipale, hanno generato disordini, danneggiato locali, occupato spazi pubblici, distrutto attrezzature e messo a rischio la sicurezza collettiva.
Basti pensare che solo tra il 18 e il 20 luglio, durante un servizio speciale notturno, sono stati sequestrati numerosi mezzi elettrici guidati da minorenni, molti dei quali ben al di sotto dei 14 anni.
Non solo: a quanto riferito dagli agenti, si sono verificati episodi di vandalismo e aggressioni, in un clima di crescente allarme.
Una misura protettiva o repressiva?
Il sindaco la difende con decisione:
«L’ordinanza è anche una forma di tutela per quei ragazzini che rischiano di diventare vittime o protagonisti di episodi violenti. Vogliamo un agosto sicuro, per tutti».
La comunità si è divisa. Se da un lato alcuni residenti e genitori hanno accolto con favore il provvedimento, altri ne criticano la durezza, chiedendosi se sia giusto “vietare la notte” ai più giovani, senza offrire alternative.
E se accadesse anche a Marina di Ragusa?
Negli ultimi anni, e in particolare in questa estate 2025, la frazione balneare di Ragusa è diventata teatro di un acceso dibattito tra due visioni opposte.
Da un lato, giovani, imprenditori del divertimento e turisti che lamentano una progressiva “desertificazione della movida”, a colpi di ordinanze, controlli e mancanza di programmazione.
Dall’altro, residenti esasperati, che raccontano serate di ordinaria follia: musica a tutto volume, risse, schiamazzi, ubriachezza molesta, urla fino all’alba, bottiglie rotte e addirittura atti vandalici.
Due visioni che si scontrano
Su Ragusa in Rete, un post molto condiviso denuncia lo “svuotamento culturale” di Marina, che da località in crescita viene oggi descritta come una “residenza per anziani a cielo aperto”.
«Non c’è ombra di giovani in giro, la musica è vietata, il ballo è diventato un reato di Stato. I turisti fanno avanti e indietro sul lungomare senza nulla da fare. A Siracusa, Catania, Taormina, ovunque si suona e si balla. Qui no», si legge nel post.
Una critica amara, che non si limita alla musica o all’animazione, ma punta il dito contro l’assenza di visione turistica, di eventi rilevanti, di politiche per i giovani. E infine: «Avete aggirato un problema sociale che non sapete affrontare, imponendo divieti. Ma così, la nuova generazione si chiude nei garage a drogarsi. Siete complici di un fallimento».
La risposta: “Non è divertimento, è giungla urbana”
Ma non tutti sono d’accordo.
A quel post, un altro utente ha risposto con un’analisi cruda e ironica che descrive Marina di Ragusa come una giungla estiva, più che una località di relax.
Il racconto è lungo, dettagliato e grottesco: pisciate sui cancelli, risse tra giovani per parcheggi, vetri delle finestre che tremano, musica a 130 decibel, trap a tutto volume sotto gli ombrelloni, e cocktail serviti in modo approssimativo da personale impreparato.
«Non si tratta di togliere il divertimento – scrive – ma di non trasformare Marina in un paese per animali bipedi e verticali».
E poi la stoccata finale: «Quali erano questi “servizi eccelsi” che sarebbero stati tolti? Il diritto divino a sparare musica fino alle 4 del mattino?»
La domanda che resta
Nel mezzo, una città spaccata, dove giovani e adulti, residenti e turisti, imprenditori e famiglie faticano a convivere.
Ed ecco allora la domanda: Cosa accadrebbe se anche a Marina di Ragusa si adottasse un’ordinanza come quella di Praia a Mare?
Sarebbe la fine definitiva di quel poco di movida che è rimasta? O l’unico modo per ristabilire un equilibrio in un’estate frizzante?
Una cosa è certa: la movida non si governa con divieti, ma nemmeno con l’anarchia.
Servono regole e spazi dedicati. Serve una visione, soprattutto.
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