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Modica anticipa l’UE sul “plastic free”
20 Dic 2018 14:23
Solo ieri l’UE ha concordato tagli senza precedenti alle materie plastiche monouso. E’ invece di tre mesi fa la decisione del Consiglio Comunale di Modica di deliberare all’unanimità una mozione sulla riduzione della plastica (denominata plastic free), mozione di per se di poco valore se non fosse per l’emendamento presentato dalla maggioranza come prima firmataria Rita Floridia, condiviso dall’Assassore Lorefice e approvato in sede di Consiglio, nel quale, tramite un approfondimento tecnico curato dal dott. Dario Modica, anticipando le tendenze ecologiste di Bruxelles, si scoraggiava il consumo di plastiche, anche compostabili, analizzando nel dettaglio il notevole impatto ambientale delle stesse sul territorio rispetto alle più ecologiche “sporte della spesa riutilizzabili” di vario materiale.
Le considerazioni riportate nell’emendamento hanno la finalità di valutare se la sostituzione dei sacchetti di plastica con sacchetti in plastiche biologiche quali ad esempio il Mater-bi® sia vantaggiosa dal punto di vista ambientale o se invece convenga optare per sacchetti di tela o analoghi riutilizzabili più volte, in sostituzione di tutte le tipologie di sacchetti usa e getta attualmente in commercio.
“I sacchetti di materiale biodegradabile – commenta l’esperto ambientale Dario Modica – presentano molti vantaggi rispetto a quelli in plastica, come si è evidenziato dagli studi sull’analisi del ciclo di vita dei prodotti LCA,(analisi del ciclo di vita). È interessante però notare che, pur presentando degli impatti inferiori rispetto ad altre tipologie, gravano comunque sull’ambiente. Venendo in ultima analisi alla valutazione del materiale Mater-bi®, esso presenta sicuramente delle caratteristiche positive. Non ha senso farne un confronto con plastica o carta in quanto risultano avere minor impatto sul’’ambiente, come si è visto dagli studi scientifici LCA; può essere invece interessante la comparazione fra sacchetti di Mater-bi® o usa e getta con le borse di tela o analoghe riutilizzabili più volte. In tal senso è auspicabile abbandonare la filosofia dell’usa e getta con sacchetti biocompostabili a favore di quella del riutilizzo e quindi scegliere sacchetti riutilizzabili perchè le fasi di produzione di sacchetti usa e getta, qualsiasi sia il materiale di riferimento, generano impatti sull’ambiente e pertanto, riducendo la produzione di beni, si riducono i problemi ambientali correlati: nel caso di sacchetti riutilizzabili, all’aumentare del numero di utilizzazioni rimangono costanti gli impatti legati alla loro produzione, mentre nella situazione di sacchetti sempre nuovi, quindi usa e getta, si vedono aumentare i carichi ambientali proporzionalmente al numero di sacchetti prodotti; l
a fase di trasporto genera impatti; per quanto riguarda i sacchetti riutilizzabili, gli impatti della fase di trasporto risultano minori in un’ottica di lungo periodo in quanto minore sarà la necessità di rifornimento, per cui il sacchetto riutilizzabile riduce gli spostamenti dei mezzi, il carburante utilizzato e di conseguenza le emissioni nell’atmosfera di gas climalteranti; le plastiche di origine vegetale, pur presentando dei vantaggi indiscussi, presentano anch’esse delle problematiche, ad esempio relative al consumo di suolo (coltivazioni intensive monofitiche con danni incalcolabili al regime idrico sotterraneo locale) che non può essere destinato ad altre coltivazioni; la coltivazione, ad esempio di mais, per la produzione di bioplastiche richiede quantità di energia non trascurabili, che potrebbero essere risparmiate o utilizzate per altri scopi nel caso si optasse per sacchetti di tela o analoghi non usa e getta”. Dai dati forniti dalla NOVAMONT SPA(azienda leader nella produzione di sacchetti bio)è possibile ricavare la quantità di C02 equivalente espressa in kg prodotta ogni 1.000 sacchetti di Mater-bi®, che nello specifico ammonta a circa 8 kg. Questo significa che ogni sacchetto di Mater-bi®è causa della produzione di 8 g di C02 equivalente.
Da un’ analisi commissionata da Carrefour in Francia traiamo alcuni dati.
Si suppone che una famiglia media si rechi 45 volte all’anno a fare la spesa riempiendo il carrello all’80% circa: in volume si tratta di 200 litri. In un anno 9 mila litri, per contenere i quali occorrono 643 sacchetti di plastica usa e getta da 14 litri ciascuno. In peso, 8 grammi di polietilene ad alta densità ciascuno, più di 5 kg di plastica all’anno.
Tale dato sarebbe sicuramente maggiore se si considerassero i sacchetti utilizzati per altri scopi come ad esempio l’acquisto di un libro, un regalo, un gioco o un dolce, sarebbe ragionevole – per una famiglia di 3 persone – superare abbondantemente i 900 sacchetti all’anno per cui 10 kg di CO2 all’anno per famiglia.
Ipotizzando un dato conservativo di 5 kg/anno per famiglia, in una città come Modica (circa 24.000 utenze), il valore di CO2 equivalente prodotto è pari a circa 120.000 kg/anno (120 t/anno).
Si conclude la breve analisi comparativa, optando per evidenti motivi di minor impatto ambientale, di disincentivare la distribuzione dei sacchetti monouso di qualsiasi natura, sia compostabile che non, partendo dalla considerazione che essi costituiscono un rifiuto che grava sia sull’ ambiente che sulle tasche dei cittadini.
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