Migranti sopravvissuti grazie ai datteri, 3 bimbi e 3 adulti morti di stenti nella traversata: condannato un cittadino turco

I superstiti erano sopravvissuti grazie ai datteri che una delle donne aveva portato con se. Partiti in 34, dalle coste della Turchia, sei erani morti: tra questi, tre bambini, due di appena 18 mesi e uno di 12 anni. Il gip presso il Tribunale di Ragusa ha condannato a 7 anni e 6 mesi con giudizio immediato e rito abbreviato, un cittadino turco di 59 anni che dovrà anche pagare una multa da 360mila euro e le spese di giudizio di mantenimento in carcere. È stato condannato per favoreggiamento dell’immigrazione e per avere cagionato la morte di quelle persone in conseguenza di altro delitto; non ci ha tratto profitto, il giudice ha escluso questa aggravante. C’era lui alla guida del barchino e lo ha ammesso, ha raccontato tutto ma ha anche detto di non essere l’unico responsabile di quanto accaduto.

I FATTI 

 Il barchino con 33 persone a bordo oltre a lui, cittadini provenienti da Siria e Afghanistan aveva carburante per pochi giorni di viaggio. Non di certo per affrontare le oltre mille miglia di distanza per raggiungere l’Italia. Ed era forse la Grecia l’obiettivo della traversata. Il punto è che dopo 4 giorni di viaggio era finito carburante, cibo e acqua e la barca che vedeva la costa greca, inizia ad andare alla deriva, fino alle coste della Libia orientale. Sei persone muoiono di stenti; i loro corpi, con il grande caldo dei primi di settembre si decompongono rapidamente. Decidono di avvolgerli e di lasciarli andare nel mare accompagnandoli con le preghiere. Non hanno un telefono satellitare per chiedere aiuto, ma alcuni dei superstiti raccontano che una nave aveva gettato loro dell’acqua che però non erano riusciti a prendere. I superstiti sono vivi grazie ad alcuni datteri. 

ERANO STATI VISTI? 

Erano stati visti ma non sono stati salvati. Perché? Quell’uomo ammette di essere stato lui a condurre il barchino ma per la morte di quelle persone non è solo sua la responsabilità. Racconta di avere incrociato delle navi che non hanno dato aiuto; racconta dell’acqua lanciata da una nave, dei 12 giorni in mare prima vedendo le coste greche e poi spinti dalla corrente fino alle coste orientali libiche dove la Arizona, nave che batte bandiera liberiana li mette in salvo, 26.persone saranno trasbordate su una motovedetta della Guardia costiera italiana e portate a Pozzallo; due – una bimba con la zia finiranno a Malta con una evacuazione medica urgente. L’avvocato Vincenzo Mallia che difende il 59enne presenterà appello. 

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