Migranti, “Fermo per Mare Jonio su segnalazione libici”. Casarini: “Meloni non ci fai paura”. Polemiche dopo spari in mare

Notificato stamattina alla Mare Jonio in Capitaneria di porto a Pozzallo, il provvedimento di fermo amministrativo di 20 giorni per il rimorchiatore reduce da un’aggressione con armi da fuoco da parte di unita’ libiche. Il provvedimento, secondo quanto apprende l’Agi che ha sentito Luca Casarini, sarebbe basato su un report della cosiddetta Guardia costiera libica che “sintetizzando, sostiene che la Mare Jonio avrebbe istigato i migranti a fuggire da loro”. Un provvedimento “inaccettabile” secondo il team di Mare Jonio e Mediterranea Saving Humans che ha convocato a bordo della nave una conferenza stampa  “Mando un messaggio a Giorgia Meloni: non ci fai paura, continueremo a pensare che prima si salva e poi si discute, questi provvedimenti non ci fanno paura. Noi continueremo” ha detto Luca Casarini al termine dell’iniziativa. 

Cosa è accaduto? 

Il comandante Giovanni Buscema, e Beppe Caccia per la societa’ armatrice, la Idra social Shipping, avevano appena ricevuto a Pozzallo la notifica del fermo amministrativo della nave di cui si serve Mediterranea Saving Humans per operare il soccorso in mare. Ieri la Mare Jonio aveva sbarcato a Pozzallo 56 persone messe in salvo a 95 miglia dalle coste libiche. Secondo quanto riportato in verbale, il centro di coordinamento dei soccorsi in mare libico avrebbe riferito “che un gommone della ong si e’ avvicinato alla motovedetta libica che aveva a bordo persone in precedenza soccorse e ha incitato i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni” della motovedetta libica. Sulla scena del soccorso i colpi di mitra sparati dai libici verso i migranti e i soccorritori sono stati documentati dalle telecamere degli operatori di Mare Jonio, secondo cui la situazione di pericolo e’ stata stata creata dalla motovedetta libica e dal gommone di appoggio. Nessuna inchiesta risulterebbe finora avviata. 

“Il nostro legal team sta mettendo a punto, un esposto denuncia su quanto accaduto”. Luca Casarini, della ong Mediterranea Saving Humans, annuncia all’Agi di voler andare fino in fondo alla vicenda che ha visto la nave Mare Jonio sotto attacco armato libico in mare. Casarini definisce quanto accaduto come ‘sistema libico’ ovvero un “massiccio dispositivo violento di respingimento di massa di persone, bambini, donne e uomini in fuga”. Il governo italiano, ha aggiunto nel corso della conferenza stampa, ha fornito motovedette al governo libico “per fare questo sporco lavoro di cattura e deportazione di persone e non di soccorso”. Il team di Mare Jonio definisce “criminali” i comportamenti delle autorita’ libiche sulla scena del soccorso, documentati con immagini e video da consegnare alla procura di Ragusa. Le persone si lanciavano in mare dalla motovedetta libica “perche’ – ha spiegato Denny Castiglione, capo missione – le frustavano davanti ai nostri occhi mentre stavamo soccorrendo altre 50 persone. Vorremmo sapere se le persone cadute in acqua sono sopravvissute, questo pensiero mi tormenta”. Un verbale di “contestazioni finte”, dice Castiglione definendo il fermo della nave. “Dove e’ il governo italiano? Mi domando perche’ i nostri ministri vanno nei salotti di questi banditi invece di venire qui. Mi aspettavo qualcuno del governo qui, ad ascoltarci. Perche’ una nave battente bandiera italiana ha subito delle raffiche di mitra? Io su uno dei gommoni c’ero e i proiettili ci sono passati vicino. Hanno puntato il mitra addosso alla nostra dottoressa di bordo, sparato addosso a migranti e soccorritori in acqua minacciandoci piu’ volte, hanno provato a speronarci con il loro rib. Come si fa a ignorare tutto questo?”.

“La maggior parte delle persone soccorse – ha spiegato Vanessa Guidi, medico a bordo – erano in stato di choc e agitazione per quanto vissuto. Molti sono stati ricatturati dalla guardia costiera libica”. Bagnati fradici, in ipotermia, con ustioni da idrocarburi e in stato di choc e panico per quanto vissuto. Tra i soccorsi c’e’ un “ventenne, con una ferita in testa: mentre si trovava in acqua e cercava di non annegare, i libici lo colpivano in testa con il calcio del fucile”. Celeste Modica, che conduceva uno dei gommoni di Mare Jonio sostiene che sia stato l’arrivo della motovedetta libica a “fare scattare il panico mentre stavamo operando il soccorso e ha ostacolato le operazioni che stavamo effettuando” mentre Iasonas Apostolopoulos, coordinatore del rescue team con la direzione delle operazioni in mare, non si capacita di come sia possibile che Mare Jonio sia sotto accusa: “Ho visto con i miei occhi la guardia costiera libica dirigersi a motori al massimo verso le persone in acqua e sparare su loro: non era per salvarle ma per ucciderle e di questo dovremmo discutere oggi”.

Le operazioni di soccorso odierne

La mattinata a Pozzallo era iniziata con lo sbarco di 30 migranti messi in salvo da un pattugliatore della Guardia di Finanza, davanti alle coste di Portopalo di Capo Passero nel Siracusano. La piccola imbarcazione sulla quale viaggiavano era un natante in vetroresina. Le condizioni generali sono risultate buone dai controlli Usmaf coordinati dal medico Vincenzo Morello e in banchina dall”Asp di Ragusa con il coordinamento del medico Angelo Gugliotta. L’allerta era scattato nelle prime ore del mattino. Tra i 30 migranti, anche tre donne e tre minori. Tutti di origine siriana tranne un nigeriano e un palestinese. Una volta ultimato il controllo sanitario sono stati tutti trasferiti all’hot spot di Pozzallo. Poi nel pomeriggio, altro allerta. Alle 17 arriverà in porto la Cp 325 con 35 migranti, tutti bangladesi mwssi in salvo sempre al largo di Portopalo. 

L’intervento del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna: “Normativa disumana da cambiare”

“Il sindaco Roberto Ammatuna : occorre modificare urgentemente il Decreto dell’attuale Ministro dell’Interno. Dopo lo sbarco di 56 migranti dalla ONG Mare Jonio, nella notte una motovedetta della Guardia di Finanza ha trasportato 30 migranti nella struttura portuale pozzallese. Inoltre nella mattinata di oggi una motovedetta della Guardia Costiera ha soccorso un’altra imbarcazione con a bordo 30 migranti del Bangladesh a 60 miglia a sud-est di Pozzallo. Le condizioni meteo-marine migliorate,favoriscono gli arrivi di migranti che partono dalle coste nord-africane con tutti i mezzi di fortuna possibili. Ecco perché diventa veramente assurdo il provvedimento di notifica di una multa fino a 10.000 euro e il fermo amministrativo alla ONG Mediterranea. In parole povere, chi rischia la propria incolumità e salva la vita di tanti esseri umani, deve essere sanzionato. Purtroppo il Decreto Piantedosi continua a produrre effetti disumani e assolutamente inaccettabili. Ma a stabilire che la Libia non è un porto sicuro è stato un verdetto della Corte di Cassazione,che con propria sentenza definitiva ha formalizzato il principio che facilitare la riconsegna dei migranti alle Autorità di Tripoli è un crimine. Occorre modificare il Decreto Piantedosi per essere più in linea con le normative di un paese civile. Come sempre un grande ringraziamento alla Prefettura di Ragusa, alla Guardia Costiera, alle Forze dell’Ordine, alla Protezione Civile, alle Autorità Sanitarie e alle Organizzazioni Umanitarie per il grande impegno profuso e la grande professionalità dimostrata”.

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