MICHELE DI GRANDI A PALERMO PER UNA COLLETTIVA DI PITTURA

Michele Digrandi, artista ragusano di fama nazionale parteciperà alla mostra collettiva di pittura denominata Ostium apertum in dominum che si apre venerdi 31 maggio al Complesso monumentale di Santa Cita a Palermo e che sarà iunaugurata dal sindaco del capoluogo regionale Leoluca Orlando. Ecco un breve profilo artistico di Digrandi.

Michele Digrandi è nato a Ragusa il  21/04/‘51.  È ordinario di Arte e Immagine presso la S. M. “Vann’Antò” di Ragusa.                       

Ha esposto in varie manifestazioni d’arte  sia in Italia che all’estero (Agrigento, Biella, Campobasso, Catania, Comiso, Ferrara, Firenze, Gela, Hong Kong, Lamezia Terme, L’Aquila, La Valletta – Malta, Los Angeles, Mar. di Ragusa, Messina, Milano, Modica, Napoli, New York, Nice, Nocera Inf. (SA), Parigi, Pistoia, Pizzo Cal., Ragusa, Rep. di S. Marino, Roma, Sanremo, S. Pietro in Vincoli (RA), Santhià, Venezia, Viareggio, Vittoria, etc.) riscuotendo consensi di critica, di pubblico e importanti riconoscimenti.

    Sue  opere si trovano in diverse collezioni pubbliche  d’Italia  e in molte collezioni private sia in Italia  che all’Estero.

    Ha realizzato copertine e illustrazioni  per diverse pubblicazioni, tra cui ricordiamo: la duplice pubblicazione del Sociologo Danilo Dolci (il quale lo ha definito un pittore non di chiasso ma di sostanza) per le edizioni  Qualecultura (CZ) – Jaca Book (MI) Aprile ‘91, dal titolo: “Variazioni sul tema Comunicare”, con numerosi contributi riflessivi di autorevoli esponenti della cultura internazionale (Noam Chomsky, Usha Mehta, Gilberto Silva Ruiz, Vera Castro Rodriguez, Juaki Zubizarreta, Carlo Rubbia, Hansheinrich Zürrer, Albrecht e Margret Müller-Schöll, Hideo Nishikata, Rita Levi Montalcini, Mario Luzi e altri).

    è inserito in numerosi  cataloghi, guide d’arte e riviste  specializzate e numerosi e qualificati sono i critici d’arte che  con  articoli, saggi e interviste radiotelevisive, si sono occupati della sua pittura.

 

“… la sua pittura è matura ed equilibrata per la  capacità di fondere insieme una verve fantastica ad un sottile lavorio sulla realtà e inoltre  riscontro una rara musicalità del segno e del colore”.          

Mario Luzi

 

…Con Michele Digrandi il paesaggio, specialmente ibleo, entra in una dimensione favolistica, in cui il pittore coglie un dettaglio ingrandito  —  un insetto, un frutto, un albero  —  così ben evidenziato e preciso nella forma da invogliare e toccarne il volume. …

Enzo Leopardi

    “…Intendo l’elezione realista, che a Michele Digrandi (e non tanto, certo, per la sua pratica didattica, quanto per quello che creativamente egli coltiva e persegue) non è ignota nei tanti rivoli in cui quella tumultuosa corrente (del realismo, appunto) si è venuta quasi ininterrottamente diramando a partire dal secondo cinquantennio ottocentesco, da quello magico a quello critico, dagli esiti della  Ash Can School alle indicazioni della nuova oggettività. Implicazioni e stampi che nello stesso Digrandi si filtrano in sue cifre variegate, con sottintesi surrealsimbolici.”

[…]Acrilico o matita, seppia, penna o pastello, Digrandi passa con uguale destrezza all’impiego dello strumento espressivo, compiaciuto magari del tratto hyper, della plasticità virtuosa del dettaglio cui sa in non pochi momenti pervenire.”

Emanuele Mandarà

 

 

 

 

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