Maurizio Landini lancia un new deal per imprese, lavoro e sindacato. Stamani a Scoglitti l’incontro con i braccianti agricoli

Le problematiche del comparto agricolo dell’area trasformata del vittoriese e delle aree circostanti nel programma della tre giorni di un tour che la FLAI CGIL nazionale ha organizzato in Sicilia e che ha visto stamani la presenza del segretario nazionale della CGIL, Maurizio Landini, al suo secondo e ultimo giorno in Sicilia per praticare quel new deal sindacale che si traduce nel rapporto diretto tra lavoratori, luoghi di lavoro e sindacato.
Accompagnato da Michele Pagliaro, segretario generale della CGIL Sicilia, da Alfio Mannino, segretario generale della FLAI CGIL Sicilia, da Giuseppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa, da Salvatore Terranova, segretario generale della FLAI CGIL di Ragusa e da Jean Renè Bilongo, della FLAI CGIL nazionale, Maurizio Landini ha visto all’opera gli operai dei vigneti di Mazzarrone, delle serre sparse nelle campagne del vittoriese e della zona trasformata traendone l’idea di un mondo dalle grandi potenzialità di sviluppo e deducendone nuove e confortanti riflessioni sul modo di intendere il mondo del lavoro e delle imprese.

La filosofia espressa nella sala della delegazione comunale di Scoglitti davanti ai braccianti agricoli, compresi tunisini,marocchini e romeni, è presto detta: “I prodotti di qualità non devono essere solo il frutto di un lavoro duro e fatto di sacrifici magari a detrimento dei diritti ma deve tenere conto della qualità del lavoro, della sicurezza dei luoghi di lavoro laddove la formazione e l’innovazione devono essere considerate come elementi del lavoro e che mette al centro la persona con la sua professionalità e il suo modo di operare. In Italia ha continuato Landini, ci sono aziende serie che riconoscono diritti, garantiscono la qualità e la sicurezza del lavoro e producono profitti sull’eccellenza del prodotto.
Altre, e non sono poche, non innovano le fonti e i servizi di produzione in quel caso il profitto sarà realizzato a detrimento del costo del lavoro. E questo non va bene ”.
Maurizio Landini predica che i diritti sociali devono corrispondere ai diritti civili e camminare quindi di pari passo con al centro la persona indipendentemente dal colore della sua pelle.

“Il problema del Paese, precisa Landini, non è il lavoratore nero ma bensì il lavoro nero!” Sui temi di politica nazionale ha stigmatizzato il comportamento di un governo che si dichiara del cambiamento quando introducendo i voucher disegna invece una linea di peggioramento in quanto producono precariato e non assicurano al lavoratore le tutele e i diritti. Chi fa lo stesso lavoro deve avere lo stesso trattamento al di là della tipologia dei contratti di riferimento. Partire dall’agricoltura è una grande segno perché significa mettere per prima cosa insieme la multi etnicità.
E’ necessario dotarsi di un’altra idea di sviluppo e di società in un cambiamento vero che investe le imprese, il mondo del lavoro e lo stesso sindacato che deve scendere in campo per comprendere i problemi dei lavoratori e farne una questione nazionale.
L’assemblea è stata aperta da Giuseppe Scifo che ha fatto un’analisi piuttosto critica del mondo agricolo nel nostro territorio. Lavoratori sottopagati, privi delle più elementari necessità, con precarie condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro e purtroppo con uno sfruttamento che la legge 199/2016, quella sul Caporalato, per la quale questo territorio ha dato un ampio contributo.
La CGIL condivide la stretta dell’INPS sul riconoscimento della indennità di disoccupazione ma dall’altra denuncia una certa debolezza nell’azione di contrasto ai falsi braccianti e alla povertà contributiva che deriva da aziende che hanno in dotazione un certo numero di braccianti e denunciano poche giornale di lavoro. La legalità è un principio che va perseguito sempre e dovunque.

Su questi aspetti si è soffermato anche Salvatore Terranova che auspica di l’attuazione della parte non penale della 199 per sconfiggere forme lavorative attuate con l’utilizzo di forme specifiche di capolarato. Fautore della contrattazione collettiva e non per la sua destrutturazione ha denunciato la presenza dei voucher in agricoltura che diminuiscono le tutele e lasciano il lavoratore sempre più solo.
In Sicilia, sostiene Alfio Mannino il sistema dei controlli è piuttosto deficitario e questo rende più debole la comunità del lavoro. Poi lancia la denuncia della pessima gestione di fondi europei, circa due miliardi e mezzo di euro, che non si riescono a superare le criticità. Si distribuiscono i soldi a pioggia e non ci sono le premialità per le aziende meritevoli e poi manca una strategia di fondo per trasformare in reale una potenzialità enorme. La questione deve diventare un caso nazionale.

Secondo Michele Pagliaro bisogna ripartire dalla centralità dei luoghi di lavoro sin dall’inizio dei turni per capire l’ambiente e le condizioni di vita dei lavoratori. Le aziende denunciano costi di produzione elevati e i servizi resi non sono efficienti e questo rende più complicato avere una migliore qualità del lavoro. E’ necessario far rinascere un nuovo umanesimo che mette al centro la persona con i suoi diritti e necessità.
Di internazionalizzazione di rapporti tra sindacato italiano quello tunisino e rumeno ha parlato Jean René Bilongo che ha curato le condizioni di lavoro dei migranti che operano in Italia ma anche qui si registrano dei fermi e delle retrocessioni in termini di tutele. Dopo anni di collaborazione poco e niente è cambiato anche se la FLAI CGIL è sempre attenta a monitorare le situazioni e pronta ad intervenire laddove necessario.

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