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Manifestazione antifascista Ragusa, archiviazione per 50 persone, non fu iniziativa sediziosa
05 Nov 2020 18:46
Nessuna “riunione sediziosa”, ma esercizio del “mero diritto di liberta’ di manifestazione del proprio pensiero”. Con questa motivazione il Gip del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, ha disposto l’archiviazione per “infondatezza della notizia di reato” per cinquanta indagati nel procedimento scaturito da una denuncia della Digos di Ragusa a carico di altrettante persone che avevano partecipato a una manifestazione antifascista nella citta’ siciliana, in piazza Liberta’, il 7 gennaio del 2018. Tra gli indagati vi erano il presidente provinciale dell’Anpi, Gianni Battaglia, ex presidente del Tribunale di Ragusa, Michele Duchi, il segretario provinciale della Cgil, Peppe Scifo, e anche due giornalisti.
I cinquanta erano accusati di avere organizzato una “contro-manifestazione” non autorizzata in occasione di un corteo promosso da Forza Nuova. La Procura aveva chiesto l’archiviazione con la formula della “lieve entita’ del fatto”, ma il giudice, accogliendo le tesi degli avvocati degli indagati che avevano presentato opposizione, ha disposto l’archiviazione “per infondatezza della notizia di reato”.
Non ci fu una “contro-manifestazione”, termine utilizzato negli atti che la Digos ha trasmesso alla Procura, “avendo, al contrario, gli indagati esercitato il mero diritto di liberta’ di manifestazione del pensiero, tutelato dall’art. 21 della Costituzione, oltre che, per cio’ che riguarda alcuni degli opponenti, il diritto di cronaca, avendo documentato le vicende occorse al fine di realizzare dei servizi giornalistici”. Il Gip Reale argomenta: pur se si volesse sostenere comunque l’esistenza di una riunione, vi era stato comunque un preavviso, da parte del presidente dell’Anpi, che aveva rappresentato “l’intenzione di alcuni cittadini di manifestare il proprio dissenso a un corteo definito “fascista””.
Inoltre, sulla base di una sentenza della Corte costituzionale, per trattarsi di “riunione sediziosa” sarebbero dovuti ricorrere alcuni elementi: “Ribellione, ostilita’, eccitazione al sovvertimento della pubbliche istituzioni”. “Tutte circostanze che non trovano riscontro nel caso in esame”. La questione della denuncia era finita anche in parlamento con un’interrogazione parlamentare di Nicola Fratoianni di Leu.
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