LUCI ED OMBRE SULLA FESTA DI SAN GIOVANNI

Così la festa di S. Giovanni,  edizione 2010, è andata in archivio. Bisogna dire con tante luci e ombre S. Giovanni né stato degnamente onorato.  Non abbiamo visto nessuna “innovazione nella tradizione”, così come era stato detto in conferenza stampa da parte di questo comitato. La festa aveva e ha già un suo aspetto tradizionale, sia spirituale che devozionale da tanti anni sperimentato, come il trofeo ciclistico, il raduno del cavallo ibleo, la giornata sacerdotale, quindi nessuna novità.

Abbiamo notato l’entusiasmo di questi portatori del fercolo del Patrono (ma c’era anche negli anni passati), così come abbiamo notato tanto fanatismo e tanto protagonismo (per fortuna pochi esaltati) di alcuni portatori. Qualcuno vestendosi con la maglietta rossa si sentiva una autorità.

Ben vengano i giovani sono il futuro della festa, ma bisogna che qualche adulto con esperienza e saggezza, segua questi giovani a crescere con umiltà e modestia e spirito di amore e fratellanza. Organizzare degli incontri durante l’anno affinché possano cambiare mentalità da poter sconfiggere questo campanilismo tra sangiorgiari e sangiovannari. Ben vengano questi giovani sempre più, perché noi crediamo in loro.

Bene anche la Sacra rappresentazione “La testa di S. Giovanni”, ottime le quattro mongolfiere, come pure l’illuminazione della facciata al rientro del Patrono, peccato che è durata poco. Grave invece l’intasamento della processione all’uscita dell’Arca Santa. La festa ha avuto anche ombre. Qui ci rivolgiamo al Parroco Don Carmelo Tidona, presidente del Comitato festeggiamenti. In una sua omelia, si lamentava che il centro storico si svuota, i negozi chiudono, le piccole imprese sopravvivono con tante difficoltà, si celebrano più funerali che matrimoni. Bisogna invogliare con qualche risorsa finanziaria, le giovani coppie a ritornare nel centro storico, aiutare i commercianti, gli artigiani e le piccole imprese.

— Tutto all’opposto. Per la festa del S. Giovanni si è preferito affidare le luminarie della festa, a ditte di  fuori provincia, quando nel quartiere c’è in impresa capace di installazione luminarie.

— Si è preferito affidare i progetti grafici ad un giovane inesperto (ha bisogno che qualcuno lo segua) e dire che nel quartiere S. Giovanni ci sono ben 3 studi grafici di alto livello.

— Si è preferito stampare il manifesto (pessimo) i depliant e volantini altrove, anche se nel territorio anzi nel quartiere S. Giovanni ci sono ben 5 tipografie in grado di adempiere alla stampa. Anche le foto pubblicate lasciano a desiderare mettendo in evidenza i portatori e non il Patrono.

— Si preferito affidare i fuochi pirotecnici ad aziende fuori provincia, pur esistendo a Ragusa una impresa simile.

Così facendo P. Tidona non è coerente alla sue omelie, ha squalificato (diciamo squalificato) le aziende ragusane. Vogliamo ricordare che S. Giovanni è dei ragusani. È il Patrono di Ragusa; sono i ragusani ad onorare anche con offerte il loro Patrono e non altri fuori provincia.Bisogna dire che come “anno di prova” come prima esperienza di questi giovani è positiva, ma bisogna che siano affiancati da persone esperti per un futuro migliore.

 

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