Luca Casarini in Tribunale a Ragusa: “Io c’ero, il pm titolare no, non si è scomodato”

C’era attesa oggi a Ragusa al Tribunale di Ragusa per l’udienza del cosiddetto caso “Mare Jonio” davanti al Gup Eleonora Schininà. La Procura di Ragusa ha chiesto il rinvio a giudizio, per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, delle persone coinvolte nel trasbordo/salvataggio avvenuto l’11 settembre del 2020, giorno in cui la Mare Jonio trasferì a bordo 27 migranti che da 38 giorni erano invece a bordo della nave commerciale Maersk Etienne, bloccata in rada a Malta senza autorizzazione allo sbarco. Per la Procura fu una operazione commerciale concordata tra la società armatrice Maersk e la società armatrice della Mare Jonio, la Idra social Shipping. I migranti una volta trasferiti sulla Mare Jonio, vennero portati a Pozzallo. Gli indagati sono Pietro Marrone, comandante della Mare Jonio, Alessandro Metz, legale rappresentante della Idra Social Shipping, Giuseppe Caccia vice presidente del Cda della Idra e capo spedizione; Luca Casarini dipendente della societa’ (ma che gli inquirenti ritengono esserne amministratore di fatto), e i tre componenti di equipaggio Agnese Colpani, medico; Fabrizio Gatti, soccorritore e Geogios Apostolopoulos. La posizione di quest’ultimo è stata stralciata per difficoltà a notificargli gli atti. A Marrone, Caccia, Casarini e Metz vengono contestate anche irregolarita’ in merito alle norme del Codice della navigazione. Veniamo alla udienza di oggi. Un rinvio, per farla breve, che è dovuto al fatto che l’udienza di oggi non era stata notificata a  Giuseppe Caccia e Fabrizio Gatti. Quindi in attesa che le procedure vengano espletate nei modi e nei tempi corretti, se ne riparlerà nella prossima udienza fissata per il 14 febbraio del 2024. Il collegio difensivo degli indagati, gli avvocati Gaetano Fabio Lanfranca e Serena Romano, hanno però presentato una istanza sia al Tribunale, sia alla Procura: “riguarda la vigilanza sul fascicolo affinché non succedano cose come quelle già accadute in questi giorni e che sia tutelata la serenità del giudizio nell’interesse di tutti” spiega la avvocata Romano appena uscita dall’udienza. “Chiediamo che si accerti come atti non pubblicabili nel fascicolo, siano stati invece pubblicati da alcuni giornali la settimana prima dell’udienza, nonostante tra l’altro non abbiano nulla a che vedere con il procedimento per cui oggi siamo qui. Il tema è che noi vogliamo potere affrontare serenamente questo processo in condizioni di garanzia e di serenità di tutte le parti, del giudice, del pubblico ministero e degli imputati”. Rinvio quindi al 14 febbraio. Nel primo pomeriggio arriva la nota ufficiale dei legali, che viene divulgata anche da Mediterranea, la Ong che attraverso la Mare Jonio opera i soccorsi in mare ma che non è coinvolta nell’inchiesta, e che sottolinea ancora : “Il processo nulla ha a che vedere con quanto apparso in questi giorni su alcuni giornali del medesimo gruppo editoriale che stanno pubblicando stralci di atti indebitamente sottratti al fascicolo delle indagini. Abbiamo già depositato una denuncia diretta ad accertare le responsabilità penali per quanto si è verificato. Questa mattina abbiamo formalmente rappresentato al giudice la gravità di ciò che sta accadendo e che riteniamo sia un atto ostile nei confronti non solo degli imputati ma anche del Tribunale e chiesto alla Procura di accertare quanto accaduto”. I titolari dell’inchiesta sono l’ex procuratore capo di Ragusa, oggi Procuratore generale a Caltanissetta, Fabio D’Anna e il sostituto di Ragusa, Santo Fornasier. Luca Casarini ha sottolineato oggi l’assenza di entrambi dall’aula: “Il paradosso è che io ero presente, il pubblico ministero titolare no, non si è scomodato”. In udienza c’era il sostituto procuratore Gaetano Scollo. 

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