L’ENNESIMA PROTESTA DEI TASSISTI DEL PORTO DI POZZALLO

Tornano a protestare i tassisti del porto. A loro dire si sentono vittime di concorrenza sleale che, nonostante denunce e segnalazioni, si sarebbe consolidata in barba alla normativa vigente. La protesta, con nota indirizzata al nostro giornale, fa seguito ad alcune precedenti lamentele che riguardavano, in particolare, lo spazio loro riservato al porto per la sosta di attesa passeggeri. La nota inviataci questa volta da Giuseppe Carbonaro, vice presidente del sindacato tassisti, riguarda la vendita ai passeggeri in navigazione provenienti da Malta dei biglietti per proseguire il viaggio dal porto di Pozzallo ad altre destinazioni. Carbonaro contesta la regolarità di questa operazione, con motivazioni che, per la verità, non risultano del tutto convincenti, per cui le ditte chiamate in causa possono benissimo replicare, illustrando le loro ragioni. “Ancora oggi – scrive Giuseppe Carbonaro – la categoria soffre le discriminazioni attuate dai vettori marittimi che gestiscono il servizio trasporto passeggeri da Malta. Una volta sbarcati a Pozzallo, i passeggeri vengono trasferiti a Catania a mezzo autobus, dietro il corrispettivo di un ticket di 10 euro a persona. Con lo stesso sistema, nel corso della navigazione da Malta a Pozzallo, viene organizzato il servizio taxi per altre destinazioni, a prezzi molto concorrenziali. Il passeggero – precisa lo scrivente – non può acquistare a bordo il biglietto per il trasporto via terra, in quanto dovrebbe farlo appena sbarcato, contattando direttamente  l’operatore che svolge il servizio taxi; invece il vettore marittimo, d’accordo con ditte convenzionate, vende ai passeggeri a bordo i biglietti per il viaggio di proseguimento da Pozzallo verso altre città. In base alle norme vigenti contestiamo la trattativa di procacciamento diretta tra il vettore marittimo e i passeggeri ed anche la convenzione con soggetti privati che svolgono attività di servizio taxi, in quanto, in questo modo, viene meno il presupposto del libero mercato e della libera concorrenza”.

 

 

 

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