LE NAZIONI UNITE PRESENTANO IL RAPPORTO DELL’IPCC SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite ha presentato a Copenaghen il rapporto Climate Change 2014 (SYNTHESIS REPORT).

Il quadro che si delinea dai dati riportati è a dir poco allarmante.

 

Il WWF commenta: «Il rapporto ci dice che siamo noi la causa dei cambiamenti climatici e che la nostra dipendenza dai combustibili fossili è di gran lunga la principale fonte di inquinamento che sta cambiando il nostro clima. Ora tocca ai Governi. Più aspettiamo, più il cambiamento sarà costoso. Abbiamo i mezzi per limitare il cambiamento climatico, le soluzioni sono numerose e permettono uno sviluppo umano ed economico continuo. Serve solo la volontà di cambiare».

 

Dal rapporto risulta chiaro, senza tanti giri di parole, che per mantenere il Pianeta sotto la soglia dei 2°C di incremento della temperatura si dovrebbero ridurre “a zero” le emissioni di gas serra entro la fine di questo secolo. Obiettivo necessario ma purtroppo utopistico se si guarda quanto poco hanno fatto e fanno i Governi di tutto il mondo, anche i più virtuosi.

Gli scienziati affermano, tecnicamente con una certezza del 95%, che le cause principali del surriscaldamento sono da ricercarsi nell’aumento dei gas serra dovuti alla combustione dei combustibili fossili e alla deforestazione.

Nulla di nuovo purtroppo ma quest’anno nel Rapporto viene approfondita ulteriormente la dimensione del fenomeno avvertendo che se non ci sarà una netta inversione nelle politiche attuali sul sostentamento energetico prevalente da combustibili fossili, la situazione potrebbe risultare presto “irreversibile” su ambiente e popolazione mondiale. Fenomeni già oggi visibili si accentuerebbero drasticamente: innalzamento del livello del mare, fenomeni atmosferici estremi, riscaldamento ed acidificazione degli oceani, scioglimento dei ghiacci; tutti fenomeni dalle conseguenze devastanti. “Le emissioni mondiali di gas serra devono essere ridotte dal 40 al 70% tra il 2010 e il 2050. La temperatura media della superficie della Terra e degli Oceani ha acquistato 0,85°C tra il 1880 e il 2012. Resta poco tempo per riuscire a mantenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi”.

 

Così commenta Greenpeace: «Il rapporto non lascia molti dubbi su quale debba essere la direzione da adottare nei prossimi anni e specifica che entro il 2050 sarà necessario soddisfare con energie rinnovabili almeno l’80% delle necessità energetiche globali e entro il 2100 i combustibili fossili andranno completamente eliminati. La scienza ci dice che il futuro saranno le rinnovabili e l’efficienza energetica, mentre il Governo Italiano sembra voler rimanere ancorato al passato con le sue scelte. (…) Il Senato con il decreto Sblocca Italia  «dà il via libera alle trivelle nei nostri mari per due gocce di petrolio, mentre continuano le misure per colpire le rinnovabili. Una doppia follia: non solo si continueranno ad estrarre combustibili fossili, che dovrebbero invece rimanere sotto terra per fermare i cambiamenti climatici, ma lo si farà mettendo a rischio il mare italiano e settori come turismo e pesca sostenibile, fondamentali per la nostra economia».

Senza un’azione coordinata per ridurre le emissioni di CO2, le temperature aumenteranno nei prossimi decenni e entro la fine di questo secolo potrebbero essere di cinque gradi superiori ai livelli preindustriali.

Il presidente dell’Ipcc, Rajendra Pachauri conclude: «Abbiamo i mezzi per limitare il cambiamento climatico. Le soluzioni sono molte e consentono la continuazione dello sviluppo economico e umano. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà di cambiare, che confidiamo sarà motivata dalla conoscenza e dalla comprensione scientifica del cambiamento climatico».

 

 

                                                                          di Francesco Giongrandi

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