L’ATTUALITÀ DI ENRICO BERLINGUER, L’ECOLOGISTA DAI PENSIERI LUNGHI A 28 ANNI DALLA SUA MORTE

Il PD di Comiso, commemora la scomparsa di un grande uomo politico come Enrico Berlinguer nella ricorrenza del ventottesimo anniversario. È importante ricordarlo perché stiamo parlando di un uomo con una grande onestà intellettuale che, ancora oggi viene rimpianto. Un uomo apprezzato per il suo rigore morale e la passione per il suo lavoro. “Enrico Berlinguer è morto l’11 giugno del 1984 – afferma Gigi Bellassai segretario del PD di Comiso – ventotto anni fa, durante un comizio a Padova, circondato da una folla incredula. Qualche giorno dopo sarebbe dovuto essere a Comiso per una grande iniziativa contro i missili e per la pace. Il grande palco costruito per l’occasione in Viale della Resistenza rimase purtroppo vuoto, simile al profondo vuoto che lasciò in noi. Oggi, per ricordare Berlinguer nel mezzo di una profonda crisi tra politica e cittadini, sembra inevitabile guardare la sua concezione della politica  nobile e pulita, fatta per tutelare gli interessi del Paese e per affermare il ruolo dirigente delle forze popolari e del lavoro. Ma Berlinguer fu anche un precorritore dei tempi, interpretando il rinnovamento della politica in senso ecologista. Il nucleo più innovativo e fertile è rappresentato dalla permanente ricerca della coerenza tra le proposte immediate e la prospettiva. Ed è proprio qui che l’ecologismo trova un proprio caposaldo in quanto la politica viene concepita come la realizzazione concreta della responsabilità sociale ed ecologica, la testimonianza della possibilità reale di uno sviluppo altro. Leggendo insieme la politica dell’austerità e il Progetto a medio termine (1977) – come ci ricorda Sergio Gentili – due fondamentali momenti della politica di Berlinguer, si coglie l’intreccio tra questione sociale e nuova qualità della sviluppo. L’austerità intendeva affermare una politica di cambiamento capace di  introdurre una responsabilizzazione sociale del mercato e dei processi economici necessari per una profonda correzione del modello individualistico, quantitativo e consumistico su cui era cresciuta l’economia italiana e più in generale quella occidentale. Sono gli stessi obiettivi  indispensabili oggi per fuori uscire dalla crisi strutturale del capitalismo  finanziarizzato occidentale e sono molto simili agli intenti di Obama e di Hollande. Berlinguer li chiamava “elementi di socialismo”.

“Il progetto a medio termine”, (programma di un governo di unità morto sul nascere), poi, per la prima volta, affrontava, grandi contraddizioni ecologiche come il dissesto idrogeologico, la riforma del modello energetico,  l’inquinamento e la qualità ambientale. In quei due momenti la politica era legata ai programmi, era la  guida della transizione verso condizioni civili, sociali e ambientali più eque, verso forme più avanzate di libertà e di democrazia, verso ciò che veniva definita una società socialista moderna. L’essenza della concezione della politica di Berlinguer era dunque il cambiamento ed è esattamente ciò che l’ecologia come grande tema politico richiede e s’impegna a realizzare. Il cambiamento appunto. Infatti  Per fermare l’instabilità climatica è necessario cambiare il modello energetico fondato sui combustibili fossili, accelerare la transizione, nell’efficienza energetica, verso le fonti rinnovabili. Così come per pulire l’aria dai gas serra e dallo smog è indispensabile cambiare il modello della mobilità. La nuova consapevolezza ecologica può orientare anche la scienza e la  tecnologia per tutelare la biosfera, salvare la  biodiversità, le risorse idriche, la qualità dei cibi e dell’agricoltura. La green economy del resto indica che ciò è già in atto e che va ulteriormente sviluppato. La Conferenza dell’ONU, RIO+20, parlerà proprio di questo. L’idea e la necessità del cambiamento sono la sostanza dell’ecologia politica. Non si tratta di ideologia, seppur sono presenti potenti idealità, ma di una idea di società basata sullo sviluppo sostenibile, la lotta alla povertà, la responsabilità sociale ed ecologica del mercato, l’eguaglianza sociale, la democrazia, la pace, il valore della diversità di genere e la responsabilità verso il vivente non umano. Avere consapevolezza della direzione verso cui andare e sapere che la guida spetta alla politica, significa affermare una diversa e alternativa concezione rispetto a chi la concepisce come arricchimento, affarismo, potere individuale. A ben riflettere questa è la diversità a cui ha educato Berlinguer: “La principale diversità è che non rinunciamo a lavorare e a combattere per un cambiamento della classe dirigente e per una radicale trasformazione degli attuali rapporti tra le classi e tra gli uomini, non rinunciamo a costruire una  “società di liberi e uguali. … Questo è il modo in cui noi siamo nella storia, è la tensione e la passione con cui noi agiamo in essa, è la speranza indomabile che ci anima in quanto rivoluzionari”. La stessa alterità fu portata avanti da Pio La Torre in Sicilia, scomparso 2 anni prima, quando nel 9° congresso del PCI Siciliano nel gennaio del 1982 dichiarava: “… si pone per noi la possibilità di sviluppare un più stabile rapporto in Sicilia con le nuove generazioni e soprattutto le donne. Abbiamo fatto con la battaglia di Comiso e per la pace notevoli passi avanti su questa strada, ma si tratta di legare questa carica rinnovatrice alla battaglia più generale per lo sviluppo e per il riscatto del popolo siciliano.

Ciò significa lottare per una nuova  qualità della vita contro il degrado dell’ambiente causato dagli effetti di insediamenti produttivi nocivi e dalla grossa speculazione edilizia sulle coste e per la quale la mafia ha lucrato grossi profitti”. Enrico Berlinguer e Pio La Torre avevano anticipato una critica qualitativa del sistema capitalistico italiano e occidentale, erano andati nel profondo, al senso generale dello sviluppo: che cosa produrre e perché produrre. Purtroppo Pio La Torre e Berlinguer non hanno avuto il tempo di sviluppare la critica alla  qualità dello sviluppo e ad operare una stabile saldatura tra ecologia e sinistra, tra idealità socialiste e principi ecologisti. Ad altri è spettato il compito, determinante, di collocare tra i grandi valori della sinistra il principio della responsabilità della specie umana verso la natura e di svelare la connessione tra contraddizione sociale e contraddizione ecologica.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it