L’ARRESTO CARDIACO A SCUOLA

Il Centro di Formazione IRC dell’Azienda Sanitaria Provinciale  di Ragusa è impegnato da anni nella formazione di personale sanitario (medici e infermieri ) e non sanitario (forze dell’ordine, protezione civile, docenti, alunni, genitori, volontari,…) sulle tecniche di primo soccorso e di rianimazione cardiopolmonare in età adulta e pediatrica con istruttori nazionali dell’ associazione scientifica Italian Resuscitation Council (IRC) tutti dipendenti dell’ASP.

Giorno,  26 novembre  2013, alle ore 9.00 si terrà, presso l’auditorium del Liceo Scientifico  “Enrico Fermi” – viale Europa – Ragusa,    un Seminario sul tema dell’arresto cardiaco.

L’obiettivo del Seminario, organizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Ragusa (prof. G. Arezzo) è quello di diffondere una cultura del primo soccorso innescando così una catena virtuosa di formazione e di fare conoscere le manovre che possono salvare la vita: manovre semplici, sicure, che chiunque di noi, anche senza una preparazione sanitaria specifica, è in grado di attuare, quando è testimone di un arresto cardiaco.

Una parte del Seminario sarà dedicata a  proposte e piani formativi rivolti al mondo della scuola (docenti – alunni – genitori).

Ogni anno, in Italia, almeno 60.000 cittadini muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco, di genesi spesso talmente improvvisa da non essere preceduto da alcun sintomo o segno premonitore. Altri 23.000 italiani, sempre ogni anno, muoiono, improvvisamente,  in conseguenza di un trauma inatteso che si verifica negli ambienti di vita e di lavoro e altri 65.000, per gli stessi motivi, riportano gravi invalidità permanenti. Almeno 6.000 delle morti da trauma sono dovute a incidente stradale e riguardano, in particolare, la fascia di età più giovane, compresa tra i venti e i trent’anni.

L’articolo 32 della Carta costituzionale sancisce il diritto alla salute e l’articolo 593 del codice penale impone l’obbligo di prestare soccorso. I cittadini italiani, però, si trovano nell’impossibilità di adempiere alle disposizioni di legge, semplicemente perché nessuno gli ha insegnato  come fare.

Ed è proprio la scarsa conoscenza delle manovre di primo soccorso, unita all’inevitabile finestra di tempo che si apre prima dell’intervento degli operatori del 118, anche quando assicurato con la massima tempestività, a ridurre sensibilmente, fino al 30 per cento, sia le possibilità di sopravvivenza del cittadino colpito da malore o coinvolto in un incidente, sia le probabilità di contenere i possibili esiti invalidanti dell’evento.

Per queste ragioni occorre che le tecniche di primo soccorso diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa: per far sì che le 50 morti quotidiane per accidenti cardiaci su 164, da morti  evitabili, diventino morti evitate.

Un primo soccorso tempestivo e organico rappresenta dunque un’esigenza irrinunciabile della comunità civile, che non a caso ha trovato una forte e organizzata espressione anche dal basso.

Insieme a questo fondamentale obiettivo, l’introduzione di un’educazione alla gestione  dell’emergenza all’interno del percorso scolastico secondario consentirebbe di raggiungere il risultato, non meno importante, di stimolare e far crescere la coscienza e la solidarietà civile, che si esprime anche nella disponibilità a soccorrere chi sta soffrendo o è in pericolo di vita e ha bisogno di aiuto. Dice Aliquò – Commissario Straordinario dell’ASP “Far comprendere l’importanza del primo soccorso e formare i giovani all’intervento emergenziale è dunque anche un salto di civiltà, che si prefigge appunto di favorire, preoccupandosi di integrare il bagaglio culturale e formativo dei cittadini italiani non soltanto attraverso l’acquisizione dei contenuti dottrinali e tecnico-pratici necessari per prestare soccorso al proprio simile in pericolo di vita, ma anche con la finalità peculiare di promuovere, valorizzare e tutelare in tutti i suoi aspetti, con passione civica e convinzione, quella cultura della vita di cui tanto si parla, ma che tanto poco si fa per promuovere concretamente.”

Scopo di questi corsi  è quello di fornire ai ragazzi strumenti utili al fine di portare aiuto a chi è in pericolo: tutto ciò per una migliore salvaguardia della vita umana e per contribuire a formare cittadini migliori, riaffermando quei valori di solidarietà e di responsabilità verso l’altro che rappresentano un’indispensabile concezione di una moderna società civile.

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