LA SICILIA SI CONFERMA UN’ISOLA FELICE PER GLI SPRECHI FINANZIARI

Le prime pagine dei quotidiani dei principali paesi europei informano le imminenti manovre politiche di tagli agli sprechi e di ridimensionamento economico per i servizi non essenziali e gli stipendi più alti. In  prima linea le manovre di Tremonti in Italia e quelle annunciata dalla Merkel in Germania. In Sicilia invece l’Ars approva un bilancio di previsione per il 2010 degno di un paese in pieno risanamento economico in un periodo di crescita esponenziale. L’economia regionale è davvero così in forma rispetto al resto del mondo o ancora una volta la nostra classe dirigente ha dato prova di miopia politica e di irresponsabilità? Una cosa è certa: la credibilità della manovra economica in un periodo di profonda crisi, si misura attraverso le scelte che il governo propone, non altro. Vediamo allora le scelte dell’Ars. Palazzo dei Normanni costerà ai siciliani circa 171,5 milioni di euro, e  mentre nel resto del mondo occidentale si prova a tagliare, lo stesso non si può dire per Palermo, dove la spesa aumenterà di circa 8 milioni di euro. Il costo dei deputati regionali (cifra simile a quella dell’anno precedente) si aggira attorno ai 13,5 milioni di sole indennità, ai quali aggiungere 4,4 milioni di diaria, 1,2 di indennità di ufficio, 2,85 per spese e rimborsi e 400mila euro per deputazioni e missioni. In totale 22 milioni e 350 mila euro, che diviso per i novanta deputati regionali fa una media di circa 250 mila euro a parlamentare, quasi 21 mila euro al mese. L’Ars spende poi 35 milioni di euro all’anno per le retribuzioni del personale di ruolo, somma che arriva a sfiorare il tetto di 40 milioni aggiungendo indennità, rimborsi e aggiornamento professionale. Se pensiamo che a Palazzo dei Normanni lavorano circa 300 dipendenti, si scopre che ognuno costa ai siciliani circa 132 mila euro. Aumento di quasi cinque milioni di euro per il capitolo dedicato alle pensioni. L’Ars spende 38,4 milioni per il personale in quiescenza. La spesa lievita anche per altri “dipendenti”. Duecentomila euro in più, per un totale di 2,7 milioni di euro, serviranno all’Ars al trattamento del personale addetto alle segreterie particolari e quattrocentomila (si passa da cento a cinquecentomila euro) per le prestazioni professionali, leggi consulenze, a favore dell’amministrazione. In totale Palazzo dei Normanni spenderà 4 milioni e 160mila euro. Se la presidenza dell’Ars costerà come l’anno passato, aumentano però le spese di rappresentanza istituzionale e per il cerimoniale. Più 450 mila euro all’Ars, che sfonda quota 700 mila. Triplicano le spese di rappresentanza, cerimoniale e relazioni esterne. Dai 150 mila euro del 2009, si passerà ai 450 mila del 2010, mentre 150 mila euro serviranno alla realizzazione della riunione dell’Osce. Aumentano anche le spese per l’attività istituzionale (più 260 mila euro), con un surplus di 175 mila euro che andranno alla Fondazione Federico II per la “promozione e la diffusione dell’attività istituzionale dell’Ars”. Stesso discorso per le attività culturali, che raggiungono quota un milione con un aumento rispetto all’anno passato di 300 mila euro. Dulcis in fundo, le spese della bouvette:  l’Ars nel 2010 ha stanziato 200 mila euro in più, passando da 500 mila a 700 mila euro. (lc.)

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