La proposta di Italia Viva Ragusa: “Attivare il bilancio di genere”

“Stare al fianco delle donne? Lo si può fare in maniera concreta, senza vaghe enunciazioni. Ecco perché chiediamo a tutti i Comuni dell’area iblea di attivarsi per definire il bilancio di genere”.

Nella ricorrenza della Giornata internazionale della donna, è la richiesta che Italia Viva rivolge alle amministrazioni comunali del territorio evidenziando che “la pandemia da Covid-19 ha determinato l’acuirsi di tanti problemi affrontati parzialmente o non affrontati affatto tra cui la disoccupazione femminile, la povertà educativa, il disinteresse per l’infanzia, la mancata conciliazione famiglia lavoro.

Ma non solo. La pandemia avrà ricadute specifiche sulle donne “per il semplice fatto di essere donne”, come spiega l’Onu, ovvero l’ambito economico e occupazionale, la salute, il lavoro di cura non retribuito, la violenza di genere e i contesti di fragilità, conflitto o altre emergenze. In questi mesi, da più parti, la voce delle donne – individuale e collettiva – si è via via fatta più forte e anche autorevole, contribuendo al dibattito con una visione lucida e si è distinta per la qualità della proposta, per l’approccio divergente e insieme trasversale sui problemi sollevati, per lo sguardo ampio”.

La coordinatrice provinciale di Italia Viva Ragusa, Marianna Buscema, chiarisce che, per questo motivo, “è importante che tutti i Comuni iblei assumano e promuovano l’assunzione del bilancio di genere come strumento di pianificazione e misurazione dell’impatto di genere nelle politiche di programmazione e che, quando sarà possibile, si propongano di utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per favorire la formazione e l’occupazione femminile, contrastando il Gender pay gap, potenziando la rete dei servizi alle persone, promuovendo forme innovative di smart working e lavoro agile. Insomma, il bilancio di genere dovrà essere assunto come elemento di contrasto delle discriminazioni di genere, acuite dalla crisi Covid-19 in tutti gli atti di indirizzo da produrre”.

“Tra i percorsi proponibili – continua Buscema – quelli attraverso cui gli enti locali potranno monitorare, in collaborazione con la consigliera di parità, organizzazioni sindacali, direzioni del lavoro e tutti i soggetti coinvolti, le discriminazioni e le molestie sul lavoro. Ma non solo. Si potranno individuare agevolazioni e premialità per le aziende che praticano le pari opportunità nella propria organizzazione e promuovono l’inserimento lavorativo di donne in carico a percorsi assistiti di uscita dalla violenza. E, ancora, incentivare azioni di contrasto alla povertà estrema attraverso progetti di reinserimento lavorativo per le donne in estremo disagio sociale”.

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