LA POLIZIA DI STATO ARRESTA ALTRI 2 SCAFISTI, UN TUNISINO ED UN MAROCCHINO

La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Servizio Centrale Operativo – ha eseguito il fermo di YOOKOBI Ali, nato in Tunisia il 09.06.1996 e MAGDOUB Saber, nato in Marocco il 27.05.1988, in quanto responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I fermati si sono resi responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia complessivamente di 355 migranti eludendo i controlli di frontiera, in quanto in modo preordinato chiedevano i soccorsi mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri del Bangladesh (270), siriani e del centro africa; tanti i minori molti dei quali neonati.

I FATTI

 

Alle ore 13.50 del 01.08.2014 la nave “BONITA PIRAEUS” battente bandiera Greca riceveva dalla Guardia Costiera Italiana notizia di portarsi in uno specchio d’acqua antistante le coste libiche per ricerca e soccorso di un natante in difficoltà.  Alle ore 15,20 la nave Bonita contattava la Guardia Costiera italiana riferendo di aver avvistato l’imbarcazione in difficoltà con migranti a bordo in posizione ed iniziava alle ore 16,12 le operazioni di trasbordo dei clandestini con il recupero di complessivi  357 migranti di varie nazionalità.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

Completate le fasi di assistenza e identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo (RG).

Contestualmente all’arrivo dei migranti a bordo della nave, l’Ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa traferiva centinaia di ospiti presenti al centro di Pozzallo al fine di permettere l’ingresso degli altri appena sbarcati.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

Oggi verranno trasferiti tutti centinaia di migranti verso centri di Messina e ci saranno diversi ponti aerei da Comiso per il nord Italia in quanto in questi minuti stanno sbarcando altri 194 migranti soccorsi da una petroliera.

LE INDAGINI

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), lavorano senza sosta. Terminate da poche ore le indagini che hanno portato all’arresto di 7 scafisti egiziani partiti dal loro paese, gli investigatori si mettevano subito all’opera per individuare gli scafisti della nuova imbarcazione soccorsa.

In questa occasione gli scafisti sono stati incastrati da un video girato da loro stessi. Durante lo sbarco un tunisino provava a disfarsi di un cellulare ma veniva prontamente bloccato da uno degli uomini della Squadra Mobile. Dall’esame delle immagini è stato possibile capire perché volesse disfarsi del telefono; emergeva con chiarezza che si lui ed il complice si erano ripresi a vicenda durante le fasi della conduzione del peschereccio, tanto che ascoltati dai Poliziotti non ha potuto che ammettere le propri responsabilità.

Anche i testimoni non hanno potuto fingere di stare giù sotto coperta e di non aver visto nulla, davanti alle immagini del “prezioso” video hanno reso dichiarazioni precise e concordanti sui due scafisti.

Grazie al video le indagini sono state molto più celeri rispetto al normale ed in 10 ore è stato raggiunto il risultato sperato, gli scafisti si aggiungono agli 87 precedenti e vanno tutti in galera.

La professionalità degli uomini della Polizia di Stato ha permesso di individuare anche questa volta gli autori di questo traffico di migranti ormai diventato un enorme businnes per gli organizzatori, in questo caso tutti libici con il concorso degli scafisti tunisini e marocchini.

Stante quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori hanno incassato da 900 a 3.000 dollari a passeggero per quasi mezzo milione di dollari complessivi.

LE TESTIMONIANZE

La testimonianza:

“Giunti in questa spiaggia ho trovato altre persone che già attendevano. I libici ci hanno radunati a gruppetti e durante tali fase di organizzazione gli stessi libici non lesinavano di picchiarci e minacciarci di fare presto e accelerare le operazioni. Sulla battigia ad attenderci vi erano due gommoni condotti sempre da personale libico dove a gruppi di circa 50 persone alla volta salivamo per essere condotti in acque più profonde ove ad attenderci vi era un barcone in legno. Appena ho fatto ingresso sul barcone in legno,  ho notato che vi erano tante persone imbarcate ed i libici che organizzavano la sistemazione di noi immigrati, purtroppo a me inizialmente è stato assegnato un posto nella stiva. Da allora per tutta la notte non ho visto nulla in quanto appunto sistemato nel locale  sottostante il piano di calpestio. All’albeggiare dello stesso giorno dopo tanti tentativi riuscivo a sistemarmi a poppa dell’imbarcazione, verso le 14 improvvisamente il motore andava a fuoco, forse per il troppo calore o perdita di carburante e nonostante il pronto intervento di molti di noi lo stesso riportava danni tanto da non riaccendersi più. Ho temuto che morissimo tutti perché si è scatenato il panico. Poi spento l’incendio andavamo alla deriva per circa un’ora quando siamo stati raggiunti da una nave mercantile che provvedeva a  recuperarci”.

 

LA CATTURA

Le indagini condotte dagli investigatori durate 10 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

 

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 89 scafisti dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.

 

 

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