È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA POLEMICA NON MI INTERESSA NÉ MI APPASSIONA!
04 Apr 2012 16:49
Il Sindaco di Modica, che evidentemente non ha ben compreso le indicazioni date dal rappresentante del Governo Monti giunto a Modica per partecipare all’incontro tecnico, vorrebbe trascinarmi in una polemica che non mi appartiene, non mi appassiona e, soprattutto, non risolverebbe il problema; anzi il rischio concreto, insistendo in logiche demagogiche ed inattuabili, è che mentre si cerchi una cura possibile per il malato, questi muoia.
Visto che Buscema non ha avuto la pazienza di studiare con attenzione la “legge delega” che prevede il riordino delle circoscrizioni giudiziarie a livello nazionale, penso sia opportuno ricordarne un passaggio saliente: nessuna deroga è ammessa in assenza del rispetto dei parametri fissati dal provvedimento normativo; né, in alcun modo, la Direzione Generale del Ministero, cui è demandata tecnicamente (e non politicamente!) l’attuazione della delega ha il potere di avallare eccezioni o strumenti alternativi.
Detto questo, e ricordato che il provvedimento interessa decine di tribunali in tutto il territorio nazionale, ciascuno dei quali si ritiene portatore di condizioni di eccezionalità che ne potrebbero cambiare il destino, a noi, responsabilmente, spetta solo il compito di agire all’interno delle soluzioni possibili. Dette soluzioni sono note e sono state indicate dallo stesso Sottosegretario nell’incontro di Modica, atteso che nessuna disponibilità all’allargamento della circoscrizione, peraltro insufficienti a colmare i parametri numerici, è mai giunta ufficialmente al Ministero.
Anzi, svelerò il segreto di Pulcinella dicendo che mai le strutture giudiziarie del versante siracusano, ed in particolar modo quelle più vicine al capoluogo aretuseo, hanno espresso apprezzamento per la proposta.
Nessuna previsione normativa è prevista rispetto alla qualità delle infrastrutture o alla possibilità che le Regioni esprimano parere sulla riorganizzazione vincolante, o solo consultivo. Per queste ragioni chi vuole continuare a sostenere posizioni demagogiche faccia pure, sapendo però che si rischia di compromettere anche quelle competenze residue degli uffici giudiziari modicani che possiamo ancora salvare e tutelare. L’alternativa, per essere chiari, è tra lavorare per mantenere la sezione civile a Modica, o perdere tutto; senza alternative o scorciatoie, escluse anche dal Sottosegretario che ho personalmente risentito oggi e che mi ha confermato la posizione del Governo anche dopo la visita di sabato scorso a Modica.
Il senso di responsabilità che anima il mio mandato parlamentare mi impone di lavorare su proposte serie e coerenti, e soprattutto di percorrere ogni strada utile a salvaguardare la storia ed il significato sociale della presenza degli uffici giudiziari a Modica. Nessuno potrà però costringermi a sostenere tesi suicide solo per raccogliere qualche applauso o per accreditare la battaglia di quanti sanno di sostenere soluzioni impossibili. Non farei onore al mio ruolo, ma soprattutto alla mia città.
Per queste ragioni penso sia opportuno, invece, con serietà e con coerenza, approfittare del tavolo tecnico presso il Ministero che, ricordo, è già in programma per il prossimo 24 aprile, per ottenere il migliore risultato possibile per Modica ed il suo tribunale; il risultato migliore possibile e non quello che ciascuno di noi, per i suoi legittimi interessi o le sue aspirazioni, immagina.
Lascio ad altri la responsabilità di continuare ad alimentare il contenzioso con un governo tecnico che ha dimostrato più volte di attuare le riforme senza tenere conto di interessi locali e di piccole beghe, senza accettare mediazioni o compromessi, tanto più quando questi violerebbero la volontà di norme approvate, a suo tempo, dal Parlamento.
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