LA “MALADEPURAZIONE” LA PRINCIPALE CAUSA DEL CATTIVO STATO DI SALUTE DEL MARE ITALIANO

 

É stato presentato il dossier di Legambiente sullo stato di salute del mare italiano. La principale responsabile dell’inquinamento dei nostri mari è come sempre la cosiddetta “maladepurazione”: Goletta Verde, in due mesi di navigazione lungo i circa 7500 km di coste italiane, ha effettuato 34 tappe raccogliendo un totale di 263 campioni di acqua. Di questi 130 sono risultati inquinati dalla presenza di scarichi fognari non depurati (uno ogni 57 km di costa), quasi il 50% dei punti monitorati. Di questi campionamenti ben 104 (l’80%) sono risultati oltre i limiti di legge e hanno avuto un giudizio di  «fortemente inquinato», cioè con concentrazione di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio di quanto consentito. Il 90% dei punti inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi di depuratori malfunzionanti, che si confermano i nemici numero uno del nostro mare.

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi sono stati espressi sulla base dello schema seguente:

INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml;

FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml.

“Nessuna regione è risultata indenne dall’attacco della maladepurazione: un mancato o inadeguato trattamento dei reflui fognari che, stando alle elaborazioni di Legambiente su dati Istat, riguarda ancora 24 milioni di abitanti, che scaricano direttamente in mare o indirettamente attraverso fiumi e canali utilizzati come vere e proprie fognature. Una criticità che non riguarda soltanto i comuni costieri, ma anche quelli dell’entroterra, causata non solo dalla cronica carenza di impianti ma anche dall’apporto del carico inquinante dei reflui che non sono adeguatamente trattati dagli impianti in attività, perché obsoleti o malfunzionanti. Goletta Verde, è bene ribadirlo, effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali, ma mette a disposizione di enti locali e agenzie preposte ai controlli i propri risultati per andare alla ricerca della causa della contaminazione” (dal rapporto).

Il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti dichiara: «Per l’ennesimo anno ci troviamo a denunciare una situazione riguardo la depurazione degli scarichi divenuta ormai imbarazzante e che va sanata una volta per tutte. A questa situazione di emergenza si risponde sempre allo stesso modo: rinviando il problema e cercando di tamponare le falle di un sistema inefficace nei tre mesi estivi per placare le ire di bagnanti e turisti. Nelle regioni del Mezzogiorno, poi, al danno si sta per unire la beffa. Si rischia, infatti, di perdere ben 1,7 miliardi di euro dei fondi Cipe destinati alla costruzione e all’adeguamento degli impianti che sono in scadenza a dicembre. Come se non bastasse, inoltre, ci prepariamo anche a far pagare ai cittadini italiani multe milionarie da parte dell’Unione Europea per l’incapacità di gestire il ciclo delle acque reflue. Soldi che invece potrebbero essere investiti per aprire nuovi cantieri per la depurazione. Realizzare sistemi efficienti e moderni deve trasformarsi in una priorità nell’agenda politica italiana. È l’ennesima vergogna che questo Paese non merita. Non si tratta più soltanto di difendere fiumi e mari, vera grande risorsa di questa nazione, ma ne va dell’intera economia nazionale, buona parte della quale è basata sul turismo».

Purtroppo risulta anche che non è garantita una corretta informazione sulla qualità delle acque di balneazione e sui divieti: il 35% dei punti trovati inquinati non viene campionato dalle Autorità preposte (le Arpa che eseguono i campionamenti e le Regioni e i Comuni che definiscono le zone adibite alla balneazione. I Comuni, sulla base dei dati, dovrebbero apporre cartellonistica su qualità e/o divieti di balneazione. Il Portale delle Acque inoltre dovrebbe mettere in rete tutte le informazioni) e nel 18% dei casi non c’è il cartello che indica il divieto di balneazione vigente.

I risultati del monitoraggio in Sicilia

Le analisi evidenziano che la metà dei campionamenti effettuati in Sicilia è “fuorilegge”  per la presenza di scarichi non depurati adeguatamente con valori di Escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente. Su 24 prelievi, 12  sono stati giudicati “fortemente inquinati” (per i dettagli, provincia per provincia, consultare il seguente link: Goletta Verde presenta i risultati del monitoraggio in Sicilia ).Responsabili le carenze depurative per l’insufficiente trattamento dei reflui che interessano non solo i comuni costieri ma anche i comuni dell’entroterra. In quest’ultimo anno nulla è stato fatto per rimediare alla disastrosa questione della depurazione che aveva fortemente contribuito alla condanna dell’Unione Europea all’Italia per inadempienza sulla Direttiva n.271 del 1991 relativa all’adeguamento del trattamento reflui urbani. I comuni siciliani  rappresentano il 52% del totale di comuni italiani condannati. Incredibilmente i fondi Cipe, ammontanti a 1,1 miliardi di euro e in scadenza a dicembre 2013, destinati alla Sicilia per l’adeguamento dei sistemi depurativi, rischiano di non essere utilizzati a causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti.

Oltre la maladepurazione, nel dossier vengono descritte anche altre piaghe che affliggono i mari e le coste del nostro Paese: le estrazioni petrolifere, l’abusivismo, il consumo di suolo costiero, le grandi navi e le bonifiche da attività militari

I dati sono sconfortanti; quotidianamente ed incessantemente gli ecosistemi marini e fluviali, le coste e i fondali sono sottoposti ad una molteplicità di attacchi senza precedenti e senza che nemmeno si intraveda un accenno di inversione serio, da parte delle politiche locali e nazionali, di queste pratiche devastanti.

 

 

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