Iblea Acque: la Spa pubblica assorbe tutto e tira dritto

La carica di amministratore unico non può essere ricoperta da un pensionato? Invece Poidomani resta. I concorsi sospesi, al limite della figura barbina? Spallucce: se ne faranno altri. Sprechi? No, anzi: saranno risparmi. La società in house providing? E’ la formula migliore.
Incuranti delle critiche parate su più fronti, i vertici di Iblea Acque tirano dritto. A due anni dalla nascita società che ha inglobato le quattordici sigle che dapprima gestivano il servizio idrico (quelle di ognuno dei dodici comuni e delle due zone industriali), la Spa prosegue nella missione affidatale dai comuni iblei: gestire l’acqua pubblica in provincia di Ragusa.

Crepe


Dalla compagine societaria emergono alcune crepe. Nessuno può uscirne, ma il comune di Vittoria, uno dei maggiori aderenti davanti al notaio, di fronte alle evidenti lentezze nel decollo di Iblea Acque, ha deliberato settimane fa il ritorno temporaneo alla gestione comunale, mentre il sindaco di Acate, Gianfranco Fidone, eletto lo scorso anno, non nasconde la propria allergia verso la scelta di affidare il servizio idrico integrato senza gara pubblica. “Con la sua quota di 3,35%, Acate non sarebbe stato certamente decisivo nell’individuazione delle modalità di gestione del servizio, ma è certo che mi sarei battuto strenuamente per evitare una scelta che è, a mio parere, assolutamente illogica e che non condivido, ma che mi sono ritrovato a dovere subire da sindaco neo eletto un anno fa – sostiene Fidone -. Affidare il servizio all’esterno, anziché costituire Iblea Acque, avrebbe significato affidarsi a operatori e società che hanno un know how strutturato e, soprattutto, basi economiche solide e in grado di affrontare la sfida della gestione. Non solo. Nel massimo rispetto delle posizioni di altri, io ho espresso dissenso formale sulla conferibilità dell’incarico di amministratore unico a soggetto in quiescenza, sui concorsi e sulle modalità di esercizio del controllo analogo. Nulla da rilevare sulla figura dell’amministratore unico o dei tecnici assunti, che sono ottimi professionisti e con i quali collaboriamo ogni giorno in maniera proficua: Ma da operatore del diritto che si occupa di pubblica amministrazione per mestiere non poteri mai prestare acquiescenza sul conferimento di incarichi che, a mio modestissimo avviso, appiano illegittime”. Ragusaoggi.it ha raccolto la dichiarazione di Fidone alcune settimane fa, quando Acate era in una piena crisi che ha lasciato 500 famiglie senza acqua per più giorni, poi risolta.

Cga


Accanto a questi dubbi e di tanti altri, si avvicina una data che potrebbe fare ribaltare tutto. Fissata all’11 dicembre prossimo l’udienza del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia sul ricorso presentato da Ireti Spa, una società privata che partecipò al primo avviso pubblico sulla gestione del servizio idrico nel ragusano, proprio in merito alla legittimità della successiva decisione dell’affidamento diretto a Iblea Acque. Una scelta che, ricordano i contrari, starebbe determinando ritardi e perdite economiche.

Soldi e ritardi


Iblea Acque è stata costituita con 97mila euro di capitale sociale, considerati troppo pochi per avviare un’azienda di simile portata. Secondo i più critici la Spa avrebbe accumulato addirittura milioni di debiti, anche per via della mancata voltura dei contatori di energia elettrica necessaria a fare arrivare l’acqua dai pozzi privati ai serbatoi e poi alle condotte idriche. Un proprietario di pozzo ha raccontato a ragusaoggi.it di attendere il pagamento di oltre 100mila euro di fatture emesse. Il comune lo rimanda a Iblea Acque e viceversa. “Mi rivolgo all’avvocato”, afferma irritato.
Vistosi ritardi sono fatti notare anche nelle richieste di singoli cittadini all’allacciamento, come quel signore ispicese che ha fatto domanda a novembre scorso e ha ricevuto l’acqua a maggio.

Intanto a Ragusa


Uno dei più accaniti avversari dell’attuale gestione di Iblea Acque è Gaetano Mauro, consigliere comunale a Ragusa tra i banchi di Generazione. Mauro ha annunciato la presentazione di un secondo esposto in Procura. “La nomina di Franco Poidomani ad amministratore unico è illegittima – sostiene -. Non solo. Dopo che a fine febbraio la Regione siciliana ha denunciato alla Corte dei Conti i sindaci della provincia per la nomina di Poidomani con un incarico, retribuito con una remunerazione di 95mila euro lordi all’anno (qui), perché ‘è fatto divieto alle amministrazioni pubbliche conferire cariche in organi di governo delle società da esse controllate a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza se non a titolo gratuito e tali disposizioni si applicano anche alle società pubbliche partecipate e agli enti sottoposti a controllo e vigilanza della Regione’, lo stesso Poidomani ha affidato a un legale un parere sulla legittimità della sua stessa nomina. Mi sembra un’assurdità e uno spreco di denaro pubblico.” Mauro punta il dito contro 11 dei 12 sindaci iblei. “Tranne Fidone, che non a caso è un avvocato esperto di diritto amministrativo, fanno muro davanti al palese insuccesso della Spa.”
Ultima in ordine di tempo, la Cisal Federenergia di Ragusa ha chiesto la sospensione degli atti riguardanti l’assunzione a tempo determinato di sei unità, più l’annullamento delle assunzioni programmate nel 2024 e di rivedere quelle già adottate.
Il sito internet di Iblea Acque è palesemente fuori norma. La sezione sull’amministrazione trasparente, obbligatoria, non detiene neanche una comunicazione. Le poche notizie si limitano a fornire scarne informazioni agli utenti. 

La difesa

Finora tutti gli esposti agli organi competenti sul controllo della cosa pubblica non hanno sortito alcun effetto. Infatti Bartolo Giaquinta, sindaco di Giarratana e componente del Comitato di controllo di Iblea Acque, parte da questo presupposto. “Come mai tutti questi documenti di presunte illegittimità sono stati presi in considerazione, ma non hanno determinato alcunché?” chiede. “La verità è che tutto è stato archiviato, non è stato rilevato nulla di strano o di illegittimo. Nessun atto di Iblea Acque è stato fin qui bocciato”.
Giaquinta ammette i ritardi nell’avvio della gestione – “impossibile sostituire le società idriche locali in così poco tempo”, spiega – tuttavia ora s’intravede il lavoro svolto negli ultimi mesi. “Oggi la società ha 96 dipendenti, provenienti dai comuni e dalle aree industriali, sui 205 previsti, con alte professionalità che agiscono in tempo reale di fronte alle necessità – prosegue Giaquinta-. Ha attivato uffici in tutti comuni, anche se alcuni aperti a giorni alterni. Sugli investimenti si vede il frutto di tanto lavoro. Lo staff tecnico gestirà i 40 milioni destinati ai depuratori di Ragusa e Vittoria. Iblea Acque ha avuto approvati altri tre finanziamenti per progetti a Modica, Ragusa e Santa Croce Camerina; ha presentato alla Protezione civile regionale segnalazioni per riattivare 28 pozzi. Quando qualcuno cita il mancato accoglimento dei progetti in ambito Pnrr, ricordo che la società era appena agli inizi, ottenendo un punteggio basso. Lo scorrimento della graduatoria è probabile, in tal caso potremo esaudire altri progetti.”
Sulle bollette Giaquinta afferma: “Nessuno dice che grazie a Iblea Acque ci sarà un risparmio di almeno 15 milioni di euro sulla spesa elettrica, grazie all’asta pubblica fra i fornitori di energia. Ne beneficeranno i cittadini che avranno bollette centrate maggiormente sull’effettivo consumo d’acqua.”

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