La questione “Iblea Acque” continua ad infiammare la provincia di Ragusa

E’ notizia di pochi giorni fa: l’assemblea della società Iblea Acque Spa ha deliberato di chiedere un parere pro veritate ad un esperto di materie giuridico-amministrative da acquisire nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, l’amministratore unico, ovvero l’ingegner Poidomani, proseguirà le proprie funzioni a titolo gratuito. Una volta acquisito il parere l’assemblea si riserva di assumere le conseguenti determinazioni.

LA REGIONE HA “BACCHETTATO” I SINDACI IBLEI

La questione Iblea Acque continua ad infiammare la provincia di Ragusa dopo la “bacchettata” da parte della Regione siciliana, con la denuncia alla Corte dei Conti dei sindaci della provincia di Ragusa per la nomina dell’amministratore unico Francesco Poidomani,  già direttore dell’Area di sviluppo industriale di Ragusa, nominato nel 2022 dai sindaci alla guida della società creata per sostituire nell’area ragusana Sicilia Acque Spa. Il dirigente del Dipartimento delle Autonomie locali della Regione, Monica Tardo, ha imposto lo stop all’incarico, retribuito con una remunerazione di 95.000 euro lordi all’anno, perché “è fatto divieto alle amministrazioni pubbliche conferire cariche in organi di governo delle società da esse controllate a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza se non a titolo gratuito e tali disposizioni si applicano anche alle società pubbliche partecipate e agli enti sottoposti a controllo e vigilanza della Regione”.

Sono tanti a chiedere chiarezza sulla vicenda. Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, aveva già annunciato durante un consiglio, che si sarebbe rivolto all’Anac. Il consigliere Gaetano Mauro, del gruppo “Generazione”, dichiara: “Alla luce della decisioni assunta dall’Assemblea della Iblea Acqua Spa , vale a dire di sospendere il compenso all’Amministratore unico Franco Poidomani e di rivolgersi ad un parere di un privato professionista esperto in materia, dopo le nostre ripetute azioni a tutela della legalità e della trasparenza degli atti adottati sulle spalle dei cittadini ragusani, mi rivolgerò alla Corte dei Conti chiedendo che siano i sindaci di tasca propria a pagare il compenso dell’Amministratore unico di Iblea Acque”.

Poi, aggiunge: “Rispetto ai pareri della magistratura contabile a cosa serve, mi chiedo,  il parere di un privato professionista? Forse solo a caricare di altre spese i cittadini ragusani?  Dobbiamo ritenere che le parole del sindaco di Ragusa erano solo menzogne. Aveva annunciato di richiedere un parere all’Anac, aveva annunciato di avere chiesto agli uffici comunali e a dei professionisti un supporto giuridico. Adesso, un’altra novella.  Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, chiarisca. Domani stesso presenterò un esposto per informare la Corte dei Conti, l’Anac e la Procura della Repubblica”.

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