LA FORMAZIONE IN AZIENDA CON FONDIMPRESA HA PORTATO POSITIVI RISULTATI

La formazione pubblica prenda esempio dalla formazione sviluppata all’interno delle aziende tramite i fondi interprofessionali. E’ l’auspicio che esce fuori dal seminario intitolato “La formazione per la ripresa – la formazione in azienda un’opportunità per la crescita competitiva delle imprese”, che si è concluso con l’intervento dell’assessore regionale alla Formazione e all’Istruzione, Mario Centorrino, intervistato dal giornalista Nino Amadore de Il Sole 24 Ore – Sud. Un seminario di approfondimento per commentare i risultati finali del progetto “S.Agr.A.”, ovvero Settore Agroalimentare in Aggiornamento, che ha visto il coinvolgimento di decine di imprese in tutta la Sicilia nell’ambito del progetto lanciato dall’associazione temporanea formata da Civita srl, in qualità di capofila, e dalla cooperativa Logos, in qualità di partner. Grazie alle risorse di Fondimpresa, il fondo nazionale paritetico a disposizione delle aziende, si è proceduto alla qualificazione e specializzazione delle piccole, medie e grandi imprese (tra cui Dolfin, Valle del Dittaino, Campisi, Dais, Zappalà, Bibite Polara, Caffè Moak, Sis) per essere sempre più competitivi all’interno del mercato globale. Un’opportunità e contemporaneamente un valore aggiunto, come ha ricordato, aprendo i lavori, Rosario Alescio, presidente della Logos che ha anche proposto la creazione di un tavolo tecnico che possa permettere di far interagire i fondi interprofessionali con i fondi europei destinati proprio alla formazione. Una proposta che ha poi trovato positivi riscontri anche da parte degli altri interventi, tra cui Enzo Taverniti, presidente di Confindustria Ragusa che ha rimarcato la necessità di un cambiamento culturale da parte delle imprese stesse affinché non vedano la formazione come tempo sprecato o tolto alla produzione, ma invece come strumento per il miglioramento.

Della stessa idea anche i presidenti degli ordini dei consulenti del lavoro e dei commercialisti, rispettivamente Rosario Cassarino e Daniele Manenti. A fornire tutti i dettagli di quelle che sono state 2840 intense ore di formazione, sono state Nanda D’Amore di Civita e Claudia Schembari di Logos. Tramite delle dettagliate slide hanno illustrato i vari aspetti del progetto “S.Agr.A.” che ha voluto contribuire ad indurre le imprese del sistema agroalimentare ad organizzarsi in modo da cogliere le varie potenzialità, investendo sull’innovazione, sulla qualità e sulla professionalità delle risorse umane.

Dai sindacati è arrivato un forte plauso per l’uso di questi fondi che hanno garantito una formazione personalizzata per ciascuna azienda. “A differenza della formazione pubblica, su cui va messo un velo pietoso – ha detto Salvatore La Terra, segretario regionale Uil – la formazione con fondi interprofessionali, come nel caso di Fondimpresa, mira a formare i lavoratori dentro le aziende e fare in modo che il capitale umano diventi indispensabile anche rispetto al rilancio stesso dell’azienda che in tempi di crisi devono poter contare sull’innovazione”. Per Michele Pagliaro, segretario regionale della Cgil, “la formazione attraverso i fondi paritetici permette di diventare competitivi. E’ diversa perché dettata dalle regole del mercato e permette alle aziende di costruire il percorso formativo adeguato alle proprie esigenze. Spesso in Sicilia la formazione pubblica ha risposto a logiche politiche piuttosto che a quelle del mercato. Speriamo in una profonda riforma del sistema”. A favore dei fondi interprofessionali si è dichiarato anche Luca Gintili, in rappresentanza della Cisl, che ha auspicato una maggiore presa di coscienza da parte delle stesse imprese.

E’ stato il direttore generale di Fondimpresa, Michele Lignola, nella sua attesa relazione, a fornire molti dettagli: “Diversamente da qualsiasi altra forma di finanziamento, Fondimpresa garantisce che sia la domanda di formazione a determinare il finanziamento per la singola azienda. Il conto formazione, che è lo strumento principale istituito da Fondimpresa, consente all’azienda di ottenere la restituzione di circa il 70% di quanto ha versato all’Inps per la formazione, pari allo 0,30% delle retribuzioni dei lavoratori, per utilizzarlo nel modo più idoneo per soddisfare il fabbisogno di formazione dei propri dipendenti, facendo diventare la propria organizzazione più competitiva”. Il direttore regionale di Confindustria Sicilia, Giovanni Catalano, ha rimarcato la bontà dei fondi interprofessionali che consentono alle imprese, se spesi correttamente, di far crescere le proprie risorse umane a tutto vantaggio della competitività.

Insomma un buon esempio che potrebbe in parte essere mutuato nella riforma della formazione pubblica, obiettivo a cui sta lavorando l’assessore regionale alla Formazione e all’Istruzione, Centorrino che ha assicurato minore burocrazia e esigenze formative partecipate e mirate anche attraverso un tavolo tecnico. “Quando mi sono insediato, mi sono sentito il cappellaio matto di Alice nel paese delle meraviglie, con tutti gli specchi al contrario – ha detto Centorrino – C’erano varie criticità che abbiamo cercato di analizzare e studiare per trovare soluzioni efficaci che dovranno portare non solo ad evitare di disperdere le risorse ma anche ad una formazione concreta e mirata rispetto alle reali esigenze del mercato. Basta, insomma, a corsi per shampisti ed estetisti fatti fare perfino agli studenti dei licei classici per completare i propri debiti formativi. Pensiamo ad una razionalizzazione del settore e ad una formazione che sia finalmente dettata dall’ente pubblico, la Regione e non solamente dagli enti di formazione che proponevano i progetti da finanziare. Ragusa, con le sue caratteristiche e per la sua progettualità, resta un’area privilegiata che vorrei come modello da emulare, ma certamente dovremo fare i conti anche con minori risorse economiche”.

 

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