LA CORTE DEI CONTI CONFERMA IL DISSESTO DEL COMUNE DI ISPICA

Dichiarato inammissibile dalle Sezioni riunite della Corte dei conti il ricorso presentato dal Comune avverso la delibera che dichiarava il dissesto, il Sindaco imbocca la strada della revoca in autotutela

Con sentenza del 25 settembre-11 ottobre 2013 la Corte dei conti, sezioni riunite in sede giurisdizionale in speciale composizione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso presentato dal Comune avverso la dichiarazione di dissesto del Comune stesso.

In buona sostanza, la Corte, senza entrare nel merito del ricorso, ha rilevato la tardività dello stesso perché notificato fuori termine, atteso che la data di acquisizione al protocollo del Comune non corrisponde con quella di trasmissione della decisione della Corte dei conti di Palermo al Comune.

In verità, la comunicazione della decisione della Corte dei Conti di Palermo è avvenuta mediante posta elettronica certificata alle ore 15,50 di venerdì 29 marzo 2013 ad uffici comunali chiusi, che hanno riaperto solo il 2 aprile 2013, primo giorno lavorativo dopo le festività pasquali, nel quale è avvenuta l’acquisizione al protocollo. Il legale incaricato della difesa del Comune si è regolato, quindi, sulla data di protocollo non rilevando che la comunicazione era avvenuta con pec del 29 marzo 2013.

Sin qui i fatti attinenti alla decisione della Corte dei conti romana, il cui esito rimanda inevitabilmente all’udienza avanti al C.G.A. fissata per il 9 luglio 2014.

Il sindaco Piero Rustico, richiamato il contenuto del comunicato ufficiale del 2 ottobre scorso emanato dal Comune relativo all’accoglimento dell’istanza cautelare formulata dal Comune avanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, ha inteso specificare che questa decisione della Corte dei conti “finisce per costituire una spinta ulteriore per percorrere speditamente la strada indicata dal difensore del Comune avv. Prof. Agatino Cariola, e cioè di ‘procedere all’annullamento in autotutela della deliberazione di dissesto per ragioni di legittimità ed in considerazione degli interessi concreti ed attuali a far venir meno un provvedimento illegittimo’, i cui atti la Giunta Municipale sta già predisponendo per porre quanto prima il Consiglio Comunale nelle condizioni di deliberare nell’interesse della comunità ispicese tutta e degli imprenditori in particolare”.

Dal canto suo il Pd di Ispica con una nora a firma del segretario Stornello precisa

La Corte dei Conti conferma il dissesto e condanna ulteriormente il Comune di Ispica. Il Pd: “Basta cause. Adottino misure

“Ora basta cause: il sindaco prima destini le somme per le spese legali all’assistenza sociale e poi si dimetta”. Dopo la sentenza della Corte dei conti a sezioni riunite che ha confermato l’esistenza del dissesto finanziario al Comune di Ispica, il segretario del Partito Democratico Gianni Stornello propone di destinare i fondi per le spese legali ai più deboli e chiede al sindaco di dimettersi. L’ennesima sentenza sulla situazione finanziaria del Comune di Ispica segna, secondo il Pd, una netta sconfessione delle politiche di bilancio del centro-destra e il fallimento delle strategie definite “avventurose” dell’Amministrazione per evitare il dissesto che hanno comportato ulteriori spese per il Comune.

“Diciamo basta: i denari degli ispicesi non possono essere buttati per spese legali inutili, come la stessa Corte dei conti ieri ha detto: il dissesto – dichiara il segretario Stornello – c’è.  L’Amministrazione se ne deve fare una ragione ed assumersi la responsabilità non solo della bancarotta del Comune ma anche del fallimento dei tentativi avventurosi per cercare di evitarlo. Con la sentenza di ieri il Comune è stato condannato al risarcimento complessivo di 8mila euro (oltre IVA e oneri vari) per Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero degli Interni, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Prefettura di Ragusa ai quali hanno avuto l’ardire di fare causa. Considerando i ricorsi al Tar, al Cga, alle Sezioni riunite della Corte dei conti, fra spese per avvocati e risarcimenti, butteremo a mare oltre 25mila euro. Ci chiediamo – continua il segretario del Pd – quanto sarebbero stati utili questi denari se fossero stati impiegati per l’assistenza sociale, settore sul quale l’Amministrazione comunale latita colpevolmente, abbandonando a se stesse e non dando risposte concrete alle famiglie in difficoltà, ai disoccupati, alle persone sole sempre più numerose. Dopo l’ennesimo schiaffo della Corte dei conti il sindaco, i suoi assessori e i consiglieri comunali a loro vicini devono avere un sussulto di dignità e tentare, questo sì, un disperato tentativo di sastraordinarie per l’assistenza sociale e poi si dimettano”

Sulla vicenda interviene anche il capogruppo del Pid Paolo Monaca chye dice

Dissesto: un anno perso in ricorsi e fantasie finanziarie. Adesso si risarcisca l’ente.

Tre ricorsi, tre disfatte. Dopo il TAR e il CGA, anche le Sezioni Riunite della Corte dei Conti di Roma, hanno confermato che lo stato di ente dissestato, accertato nel mese di Aprile, è oggettivamente immutabile ed inappellabile.

I numeri del bilancio, purtroppo, parlavano chiaro già lo scorso anno e per primi abbiamo avvisato la condizione di comune dissestato. Per questo siamo stati inascoltati e addirittura derisi. Ora tutti possono rendersi conto che gli inviti dell’opposizione a prendere atto della reale condizione finanziaria del comune, a distanza di tempo  hanno dato ragione. Questo per noi non costituisce certamente motivo di soddisfazione.

Il dissesto finanziario di Ispica è il fallimento dell’Amministrazione Rustico e della sua maggioranza: basta sperperare i soldi dei cittadini in fantasiose consulenze legali, piuttosto non si perda ulteriore tempo  utile a risanare le casse comunali in modo tale da poter continuare a garantire tutti i servizi di pubblica utilità che i cittadini a gran voce richiedono.

Una città dopata e violentata, i cittadini stremati e tartassati, sono la triste realtà di come non bisogna (dis)amministrare un piccolo comune come il nostro.

Per questo, consiglio ed auspico, che il sindaco Rustico e i suoi assessori, facciano un gesto d’amore per la nostra città:  prima risarciscano il comune di circa 25 mila euro tra spese legali e risarcimenti e subito dopo  si dimettano dalle loro cariche vuote di ogni valore e di alcuna credibilità.

lvare la loro immagine agli occhi di una città sempre più allo sfascio: prendere misure urgenti (non solo di carattere finanziario) per l’assistenza sociale e dimettersi. Non sappiamo – conclude Gianni Stornello – quanto potrà resistere Ispica senza un’Amministrazione: perché l’impegno per queste cause perse è stato totale e la città non è stata amministrata. Siamo ad un passo dal collasso anche sociale della comunità. E gli attuali amministratori non hanno più la credibilità e le carte in regola per occupare i posti che hanno e fronteggiare questa nuova emergenza”.

 

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