La consigliera Castello pronta a denunciare il Sindaco Abbate. Volano parole grosse

la misura sembra proprio colma. La consigliera del partito democratico di ModicaIvana Castello, attraverso una nota, ha informato che entro tre giorni, se non otterrà le informazioni riguardanti la gestione amministrativa dell’ente, che nella sua qualità di consigliera comunale, ha il diritto di ottenere, denuncerà il Sindaco Abbate per omissione di atti d’ufficio.

La consigliera da tempo chiede infatti di accedere agli atti relativi all’ottenimento da parte del sindaco Abbate da parte della Cassa Depositi e Prestiti di 44 milioni di euro per pagare i debiti effetti dalla sua amministrazione negli anni che vanno dal 2014 al 2019, che riguardino forniture, somministrazioni, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali. Per ciascuno di essi, dato che il Decreto legge parla di  «anticipazione di liquidità»,

La consigliera Castello ha chiesto già  il28 maggio 2020 di sapere di più circa questa somma elargita ed i pagamenti effettuati e il Segretario comunale dott. Giampiero Bella,  prima, a detta della Castello, avrebbe  cercato di prender tempo senza mai fornire le risposte richieste.

Il 13 luglio, la Castello  presenta un’interrogazione sul tema. La risposta fu che l’accesso agli atti non era possibile e che doveva accontentarsi dell’elenco delle fatture. In quel periodo lei rilasciò un’intervista a Videomediterraneo con la riconoscente pubblica condivisione dell’operato del Segretario.

Intorno al 4 agosto ha presentato un’ulteriore istanza di accesso ma il Segretario ripresentò la nota  lista delle fatture.

La Castello, a punto punto delle cose scrive testualmente nella nota:

Diciamolo, dunque, ai quattro venti: il sindaco Abbate non permette alla Castello di accedere agli atti di amministrazione relativi ai 44 milioni anticipatigli dalla Cassa Depositi e Prestiti, per evitare che ne venga a conoscenza la cittadinanza. I consiglieri comunali e il popolo, i reali intestatarî dell’anticipazione, coloro che dovranno pagarne le rate nei prossimi trent’anni, non hanno il diritto di sapere per che cosa pagheranno. Essi debbono solo ringraziare a capo chino e pagare quando scadranno le rate. Ho centrato il problema? E’ questo il principio che la ispira? Anzi, non è che non possano rivelarsi: è che lei li renderà di pubblico dominio quando lo riterrà opportuno. E sarà sempre lei che fornirà i dati a tutti i consiglieri, anche a quelli che non l’hanno chiesto, in modo che non si dica che li ha rifiutati ad alcuno. Mi vien di pensare che tutti i consiglieri si sia degli ingenui collegiali. Anche se la legge ci impone di controllare gli atti di amministrazione noi non siamo in condizione di farlo. Perché? Perché il sindaco lo impedisce. La legge non può porsi sopra la Sua testa e se qualcuno pensa di farlo… sbaglia. Perché la legge per Lei è uno zerbino in cui strusciare le suole quando, al mattino, rientra nella casa comunale. La prossima volta ci conviene vestire la divisa della maggioranza oppure quella proverbiale dei collegiali. Grembiulino azzurro e collettino bianco. E guai a chi parla. E gli occhi vanno tenuti bassi quando si incontra il sindaco o il Segretario. Che uomini siamo in definitiva? Noi, e anche la maggioranza, chi caspita crediamo di essere? Sindaco, si può sapere che ti sta accadendo in questi giorni? Hai perso il lume della ragione? La legge conta o non conta per te? Conta? E allora hai tre giorni di tempo per farmi arrivare i documenti rihiesti. Tre giorni. Diversamente puoi pure tenerteli. Li consegnerai all’autorità giudiziaria.

 

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