LA COERENZA … A INTERMITTENZA

Continuiamo a sentire con insistenza che la motivazione “dell’isolazionismo” di Grillo sta negli “impegni presi con gli elettori” che non possono essere “traditi” da un accordo con i partiti.

Questa motivazione, che ha una sua “nobiltà” politica apparentemente indiscutibile, viene ripetuta come un mantra da quegli aderenti al M5S come ostacolo insuperabile che “lega le mani” rispetto a qualunque possibilità di coinvolgimento in una qualsiasi maggioranza…

Vero è che qualsiasi argomento affermato 100 volte diventa una verità, e questo sta accadendo, ma io vorrei analizzarlo sollevando qualche interrogativo: Berlusconi può essere accusato di incoerenza se non restituirà l’IMU agli Italiani?

Ricorderete tutti che nella concitazione degli ultimi giorni di campagna elettorale l’ineffabile leader del centrodestra era arrivato perfino ad ipotizzare che in assenza di fondi avrebbe utilizzato il suo patrimonio personale … (tanto era “improvvidamente” sicuro di non vincere!); ebbene, come mai nessuno oppone a Berlusconi un atto di incoerenza se non restituirà l’IMU 2012?

Semplice: la sua proposta non gode del sostegno della maggioranza degli Italiani.

In democrazia ogni forza politica espone la propria piattaforma programmatica e se viene scelta dalla maggior parte degli Italiani è moralmente e politicamente obbligata ad attuarla, ma lo stesso obbligo sussiste quando invece non si raggiunge la maggioranza?

Direi proprio di no! Anche perché non è “democraticamente sostenibile” in quanto non maggioritaria! E sfido chiunque a dimostrare il contrario!

Essendo l’impianto costituzionale dell’Italia quello di una Democrazia Parlamentare, quando nessuna forza in Parlamento ha la maggioranza (è il caso in cui versa il Senato) per fare nascere un Governo si da luogo ad alleanze tra forze che hanno concorso in competizione, facendo in modo che le forze politiche tramite una “trasparente mediazione” concordino un programma che permetta a coloro che concorrono alla formazione del Governo di attuare “quanto più possibile” il proprio programma.

E’ la democrazia ragazzi!

Qualcuno obietterà che come non si configura una “incoerenza” nel non perseguire in modo integrale gli impegni elettorali presi, tantomeno si configura un “obbligo” ad allearsi “mediando” il proprio programma.

Questo è assolutamente vero ed è politicamente rispettabilissima la posizione espressa da Grillo di non dare luogo ad una maggioranza con le altre forze parlamentari, salvo poi dare conto agli Italiani degli effetti che questa posizione avrà, ma questo si vedrà alle prossime elezioni…

C’è però un piccolo problema: in Italia contrariamente ad altri ordinamenti costituzionali per insediare un Governo c’è bisogno di un passaggio Parlamentare con voto di fiducia in tutte e due le Camere, ed infatti al M5S è stato chiesto, qualora rifiutasse un confronto per la creazione di una maggioranza (cosa che puntualmente si è verificata), semplicemente di permettere al Governo di nascere (anche solo allontanandosi dall’aula), quindi non assumendo nessuna responsabilità di ordine “politico” e mantenendo comunque la possibilità e il potere di sfiduciarlo in qualsiasi momento qualora i provvedimenti non fossero “graditi”.

Dov’è il tradimento degli impegni elettorali?

Ma a Grillo questa soluzione non va bene, e in questo si vede che la “nobiltà” della motivazione è solo apparente, infatti in modo smaccato spinge le altre forze parlamentari per la costituzione di un “governassimo” quando lui stesso asserisce esser la peggiore soluzione possibile (le persone li prenderanno a bastonate … ); altro che nobiltà d’intenti, la logica è chiaramente quella del “tanto peggio tanto meglio”!

Peraltro questa “sacralità della coerenza con il patto elettorale” in questo movimento viene avvertito “ad intermittenza” e, come credo di avere dimostrato, in modo improprio; in altri ambiti, quelli interni al movimento stesso, dove il rispetto di questo valore non si scontra con regole parlamentari (e non creerebbe certo problemi alla comunità nazionale), l’atteggiamento è diverso: a) la tanto decantata “trasparenza” è mutata misteriosamente in riunioni “a porte chiuse” o in raduni “carbonari” in località segrete, b) l’ideologizzazione della democrazia diretta è stata sostituita dal divieto di consultazione della base proprio su questo primo nodo politico “vero”, c)  il principio egualitario “dell’uno vale uno” gode della famosa eccezione orwelliana del “qualcuno e più uguale degli altri”.

La fragilità di argomenti è adesso testimoniata anche dall’ultima uscita di Grillo che utilizzando l’odiosa formula del “sospetto anticamera della verità”, adombra complotti e reticenze sulla vicenda Montepaschi per “giustificare” una sorta di “impresentabilità  politica” del PD (per usare un termine usato dalla Annunziata), anche se per la verità il PD ha sempre dimostrato pieno rispetto per l’azione della magistratura e quando suoi dirigenti sono stati indagati non li ha mai coperti, anche a costo di perdere posizioni di potere come in Abruzzo con la vicenda Del Turco, e anche in assenza di contestazione di reati come in Lazio con la vicenda Marrazzo.

Ma si sa quando gli argomenti cominciano a mancare ci si appiglia a tutto …

Ma l’Italia è in grado di potersi permettere queste “strategie autodistruttive”?

La povera incolpevole Boldrini è stata fatta oggetto di proteste a Civitanova Marche; ovviamente in quei momenti pretendere lucidità di giudizio è troppo: tanto è stato grande e shockante l’episodio del triplo suicidio che evidenzia una sofferenza sociale oramai “oltre” i limiti della sopportazione.

E’ questa la “nuova politica”? E’ buona politica proseguire sulla strada del rifiuto di qualunque formula che conduca a una qualsiasi soluzione (no ad alleanze, no ad astensioni tecniche, no a governo “del Presidente”, no a governo “di scopo”), solo al fine di “costringere” ad un governissimo che non potrà effettuare nessuna seria politica di riforma né economica né istituzionale (tanta è la divergenza di vedute tra i due poli, basti vedere i punti di contatto tra gli 8 punti di Bersani e gli 8 punti di Berlusconi: nessuno), solo al fine egoistico di poter alle prossime elezioni ribadire il concetto dell’uguaglianza PDL = PDmenoL e lucrare così sul malcontento e sullo sfascio che intanto continuerebbe a crearsi?

Molti speravano il un colpo d’ala di altra levatura!                                                   

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