L’8 maggio il cappero delle Eolie diventa una DOP

Si arricchisce di una nuova DOP il mondo dell’agroalimentare italiano: entra a far parte del prestigioso “club” il cappero delle Eolie che, dall’8 maggio, sarà ufficialmente una DOP.  Con la pubblicazione in Gazzetta sarà dunque ufficiale la nuova denominazione italiana.

Il consorzio dei Capperi delle Eolie è composto da una sessantina di aziende delle isole. Il diciplinare prevede la possibilità di poter coltivare capperi su tutte e sette le isole che formano l’arcipelago delle Eolie, tutelato anche dall’Unesco. Quelle più vocate sono sempre Salina e Lipari, ma si ottengono buoni prodotti anche ad Alicudi e Stromboli.

L’identità delle isole sarà sempre mantenuta in etichetta, perché i produttori, o chi venderà i capperi, potranno inserire in etichetta l’isola di origine dei capperi stessi. Una dop, dunque, che intende unire le sette isolette del Tirreno un po’ come aveva fatto la Doc Malvasia delle Lipari.

Circa la metà dei capperi delle Eolie, in questo momento, provengono da Salina. Un chilo di capperi viene venduto ad un prezzo medio di 15 euro al chilo. La Dop, però, ha l’obiettivo di far aumentare questa produzione, visto che il mercato ha una domanda che non riesce a soddisfare tutti gli anni. Il disciplinare prevede anche la possibilità di produrre capperi e di venderli a chi li può commercilizzare. La certificazione dei capperi e quindi i relativi contorlli sul rispetto del disciplinare, saranno affidati all’istituto zooprofilattico di Palermo.

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