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“IO SONO DI LEGNO” DI GIULIA CARCASI
16 Nov 2013 06:32
Il libro di Giulia Carcasi “Io sono di legno” non mi ha fatto sognare, non ha suscitato in me alcuna emozione, se non la tristezza di una ragazza che non sogna e non crede né nell’amore né in altro. Non sono riuscita ad immedesimarmi in alcun personaggio e tanto meno nella storia, forse perché il mondo descritto dall’autrice è troppo vicino alla realtà di tutti i giorni, dura, faticosa e che, alla fine, ti può spezzare. Duro anche il titolo:“ Io sono di legno” ci dà l’idea di qualcosa di forte, solido, impassibile, ma nello stesso tempo fragile: il legno assorbe l’acqua, si gonfia e alla fine marcisce .
Come dice Giulia, la madre della protagonista, scrivere significa mettere a nudo le proprie emozioni e svelare se stessi. Per questo, la madre legge il diario della figlia e contemporaneamente, decide di mettersi a nudo, scrivere su di sè e sui suoi trascorsi giovanili per farsi conoscere più intimamente dalla figlia, per evitare che la ragazza commetta i suoi stessi errori. Il rapporto madre-figlia raccontato nel libro rispecchia quello che, spesso, è il rapporto tra i genitori e i figli nella vita reale. Il silenzio, il mistero, la solitudine, sono tutte cose che noi adolescenti conosciamo bene. Come ogni genitore, Giulia sente del vuoto tra lei e la figlia Mia, ed è consapevole che questo vuoto non può essere riempito da una semplice chiacchierata tra le due, ma ci vuole un approccio drastico. L’approccio usato da Giulia è perfetto ed anche molto originale: la figlia, come ogni altro adolescente, forse diversamente non l’avrebbe ascoltata se la madre si fosse messa, semplicemente, a parlare della sua vita, delle sue esperienze. Si può dire che Giulia ha, in un certo senso, costretto Mia a conoscerla.
Il libro rispecchia molto bene la realtà di alcune famiglie. Ma è proprio per questo che non vorrei rileggerlo. Ha aperto i miei occhi su di un mondo fatto di tradimenti, pieno di tristezza, un mondo di “grandi”, un mondo in cui le storie non finiscono come Cenerentola o Biancaneve. Fermarsi a leggere “Io sono di legno”, dà la consapevolezza che esistono situazioni che non sempre hanno il finale delle favole. Io invece sogno e spero in qualcosa di diverso e penso ad un libro che mi faccia sognare o che mi parli di un mondo reale che sia come quello che sogno.
Che c’è di male?
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