“IO SONO DI LEGNO” DI GIULIA CARCASI

Il libro di Giulia CarcasiIo sono di legno” non mi ha fatto sognare, non  ha suscitato in me alcuna emozione, se non la tristezza di una ragazza che non sogna e non crede né nell’amore né in altro. Non sono riuscita ad immedesimarmi in alcun  personaggio e tanto meno nella storia, forse perché il mondo descritto dall’autrice  è troppo  vicino alla realtà di tutti i giorni, dura, faticosa e  che, alla fine, ti può spezzare. Duro  anche il titolo:“ Io sono di legno” ci dà l’idea di qualcosa di  forte,  solido, impassibile, ma nello stesso tempo fragile: il legno assorbe l’acqua, si gonfia e alla fine marcisce .

Come dice Giulia, la madre della protagonista, scrivere significa mettere a nudo le proprie emozioni e svelare se stessi. Per questo, la madre legge il diario della figlia e contemporaneamente, decide di mettersi a nudo, scrivere su di sè e sui suoi trascorsi giovanili per farsi conoscere più intimamente  dalla figlia, per evitare che la ragazza commetta i suoi stessi errori. Il rapporto  madre-figlia raccontato nel libro  rispecchia  quello che, spesso,  è  il rapporto tra i genitori e i figli nella vita reale. Il silenzio, il mistero, la solitudine, sono tutte cose che noi adolescenti conosciamo bene. Come ogni genitore, Giulia sente del vuoto tra lei e la figlia Mia, ed è consapevole che questo vuoto non può essere riempito da una semplice chiacchierata tra le due, ma ci vuole un approccio drastico. L’approccio usato da Giulia è perfetto ed anche molto originale: la figlia, come ogni altro adolescente, forse diversamente non l’avrebbe ascoltata se la madre  si fosse messa, semplicemente,  a parlare della sua vita, delle sue esperienze.  Si può  dire che Giulia ha, in un certo senso, costretto Mia a conoscerla.

Il libro rispecchia  molto bene la realtà di  alcune famiglie. Ma è proprio per questo che non vorrei rileggerlo. Ha aperto i miei occhi su di un mondo fatto di  tradimenti, pieno di tristezza, un mondo di  “grandi”, un mondo in cui le storie non finiscono come  Cenerentola o Biancaneve. Fermarsi a leggere “Io sono di legno”,  dà la consapevolezza che esistono situazioni  che non sempre hanno il finale delle favole. Io invece sogno e spero in qualcosa di diverso e penso ad un libro che mi faccia  sognare  o che mi parli di un mondo  reale  che sia come quello che sogno.

Che c’è di male?                                                              

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