INQUINAMENTO, AMBIENTE E SALUTE

Leggo sulla stampa di oggi della bella iniziativa tenutasi a Ragusa promossa dall’Associazione Mogli Medici Italiani. I relatori hanno rilevato che esiste una correlazione sull’aumento delle patologie tumorali e i danni provocati dall’inquinamento in un ambiente sempre più malato.

Ora da circa tre anni faccio rilevare, nella mia qualità di consigliere provinciale, che a prescindere dai dati del registro tumori di Ragusa, bisognerebbe effettuare studi prospettici ed epidemiologici nel nostro territorio al fine di mettere in paragone cosa succede nella nostra provincia rispetto alla provincia di Enna che risulta dai dati regionali quella a più basso consumo di pesticidi e fitofarmaci.

Purtroppo non si è voluto fare uno studio di tale portata che sarebbe importante per mettere fine alle preoccupazioni, non solo dell’incremento delle patologie tumorali, ma anche e soprattutto delle tireopatie che colpiscono soprattutto le donne che sono in netto aumento e quelle neurodegenerative che colpiscono quasi ogni famiglia della nostra provincia.

La Provincia di Ragusa, così come si evince dai dati pubblicati dall’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale), risulta essere la provincia in Sicilia con il più alto tasso di inquinanti ambientali derivati dai fitofarmaci e dai pesticidi.

Per fare solo un esempio esemplificativo su circa 130.000 quintali di fitofarmaci che si vendono in Sicilia complessivamente, circa 69.000 sono venduti nella sola provincia di Ragusa e soprattutto nelle zone della fascia trasformata, Vittoria, S.Croce, Scicli.

In tutti questi anni migliaia di tonnellate di derivati di pesticidi e di fitofarmaci sono stati dispersi nell’ambiente con le conseguenze legate all’inquinamento delle falde acquifere superficiali e profonde, del suolo, di molti alimenti e soprattutto di moltissimi lavoratori delle serre che negli anni sono stati a diretto contatto con queste sostanze, alcune delle quali hanno tempi di dimezzamento di decenni, cioè rimangono inalterate nell’ambiente per tanti anni conservando tutta la potenzialità nociva.

Riteniamo pertanto che sia fondamentale per questa collettività sapere e conoscere la portata di questo inquinamento, quindi il monitoraggio, di conoscere la quantità di sostanze presenti nei vari alimenti, quindi la sorveglianza, e soprattutto di formare i diretti interessati al fine di evitare i danni legati alla scorretta manipolazione di queste sostanze nocive.

Tante persone aspettano segnali di rassicurazione rispetto a questi scenari che sembrano farci vivere sopra una bomba chimica e pertanto auspico che le istituzioni assieme ai cittadini più sensibili ed alle associazioni quali la Ammi si impegnino per dare risposte più certe e definitive. (s.v.)

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