Iniziano i lavori nella chiesa Santa Maria del Gesù a Scicli. Finanziamento da 800 mila euro

Anche se ancora la parola “fine” è lontana, almeno la parola “inizio” è una realtà. Pronti a partire i lavori nella chiesa Santa Maria del Gesù nel centro storico di Scicli, chiusa dal 28 dicembre del 2010. Anni di attese che la città si lascia alle spalle con quel “movimento” che si vede attorno ad essa da alcuni giorni dove la ditta aggiudicataria dei lavori di messa in sicurezza, dopo la consegna, ha aperto il grande portone di ingresso portando materiali ed attrezzature. Il finanziamento di 800 mila euro risale al 2016 ed è arrivato dall’Assessorato regionale ai beni culturali nell’ambito di un’assegnazione destinata in favore di alcuni edifici di culto della provincia iblea.

La chiesa si trova in corso Mazzini, una parallela della via Francesco Mormina Penna, nel centro storico della città.

Nel tempo è stata affidata alla gestione dei frati francescani che gli sciclitani hanno sempre amato e che da circa 15 anni sono stati costretti a lasciare la città e la chiesa Santa Maria del Gesù. La sua inagibilità è stata decretata con una specifica ordinanza alla fine del 2010, ai tempi della sindacatura Venticinque, dopo che i tecnici comunali e la protezione civile avevano accertato danni ad alcuni degli elementi strutturali della chiesa. In particolare due pilastri abbinati della navata destra presentavano vistose lesioni verticali dopo un’attenta rilevazione eseguita dai tecnici dell’ente e della protezione civile. Se la chiesa Santa Maria del Gesù è in sofferenza non è da meno (anzi forse peggio) l’edificio annesso all’immobile che fu di Padre Gabriele Rio che versa in stato di completo abbandono per l’impossibilità a poter applicare il testamento di quest’ultimo.

Dopo la chiusura il “ritiro” ed il salvataggio di alcuni arredi preziosi dall’interno della chiesa.

Erano stati infatti recuperati e messi al sicuro i quadri e gli arredi per salvarli da un forte stato di umidità e per evitare che venissero danneggiati dalle carenze strutturali dei due pilastri. Le tracce di umidità erano ben visibili negli arredi sacri, nei quadri e nei mobili. Per questo il parroco don Antonio Sparacino, previo consenso della Sovrintendenza ai beni culturali di Ragusa, aveva provveduto al trasferimento. Ora l’inizio dei lavori dopo che si è proceduto all’aggiudicazione dell’appalto ed alla consegna degli stessi.

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